Un incontro di fede e sport
Letsile Tebogo, campione olimpico dei 200 metri e argento nella staffetta 4×400 con il suo Botswana, e Anna Ryzykova, bronzo ai Giochi di Londra nella staffetta 4×400, hanno avuto un incontro speciale con Papa Francesco in Vaticano. I due atleti, entrambi in gara a Parigi, hanno condiviso la loro fede e le loro storie di sport con il Pontefice.
Tebogo, che sarà in pista allo stadio Olimpico per il Golden Gala il 30 agosto, ha chiesto a Papa Francesco una preghiera per sua madre, Elizabeth Seratiwa, morta lo scorso 18 maggio. L’atleta ha mostrato al Papa le scarpe con le quali ha vinto le Olimpiadi a Parigi, sulle quali sono incise le iniziali del nome e la data di nascita della mamma.
Ryzykova, invece, ha chiesto a Francesco di benedire la sua maglietta e ha condiviso la preghiera per il suo popolo ucraino che sta soffrendo a causa della guerra.
Il Papa, in segno di amicizia, ha firmato le scarpe di Tebogo e la maglietta di Ryzykova. I due atleti sono stati accolti, in occasione dell’udienza generale, dal team di Athletica Vaticana.
La storia di Tebogo e le sue scarpe speciali
Le scarpe di Tebogo, che il Papa ha benedetto, raccontano la sua storia. L’atleta ha iniziato a correre scalzo nel 2019, e ha calzato il suo primo paio di scarpe l’anno dopo, quando ha vinto i campionati nazionali. Tebogo ha poi scelto di abbandonare il calcio, che praticava anch’esso scalzo, per dedicarsi all’atletica.
“Correre senza scarpe in Africa e nelle regioni povere del mondo è normale”, ha raccontato Tebogo. “Le mie prime gare le ho corse con i pantaloni di mio zio. Spero che le mie vittorie sui 100 e sui 200 metri portino attenzioni al Botswana e all’Africa in generale. È significativo che gli africani non vengano visti unicamente come atleti che corrono le lunghe distanze”.
Tebogo ha anche proposto di organizzare le Olimpiadi in Africa, per far conoscere al mondo le culture straordinarie del continente.
Un ricordo commosso per la mamma
Tebogo è particolarmente commosso di aver ricordato la mamma insieme al Papa: “Sono certo che mia mamma è felice, era una donna di fede. Quando è morta, per un cancro al seno dopo una lunga battaglia, ho pensato di chiudere con lo sport. Ora ho vinto i Giochi per e con mamma. Per mia sorella, che ha 12 anni, e per me lei è stata ed è tutto! Ci ha dato l’opportunità di crescere nonostante il contesto dove siamo nati: il villaggio di Kanye che nessuno sa dov’è. Sempre insieme, grazie allo sport abbiamo visto città che non pensavamo neppure esistessero!”.
L’atleta ha aggiunto: “Ero un bambino iperattivo, senza speranze: lo sport e l’amore infinito di mamma hanno consentito di realizzarmi nella vita, fino all’oro olimpico. Ma tutti i bambini in Africa dovrebbero avere queste opportunità”.
Lo sport come strumento di crescita e inclusione
L’incontro tra Tebogo e Papa Francesco è un esempio di come lo sport possa essere un potente strumento di crescita personale e di inclusione sociale. La storia di Tebogo, che ha superato le difficoltà della povertà e della perdita della madre per raggiungere il successo olimpico, è un’ispirazione per tutti, soprattutto per i giovani che vivono in contesti difficili. L’appello di Tebogo per l’organizzazione delle Olimpiadi in Africa è un segno di speranza per il futuro dello sport e per la promozione di una maggiore inclusione e diversità nel mondo.