Un gigante del mondo microscopico: il genoma del pesce dipnoo sudamericano
Un team internazionale di ricercatori, guidato dalle università di Wurzburg e Costanza in Germania, ha compiuto una scoperta sensazionale: il sequenziamento del più grande genoma animale mai analizzato. Si tratta del genoma del pesce dipnoo sudamericano, un fossile vivente che si distingue per le sue dimensioni extra-large. Con oltre 90 miliardi di basi, il suo DNA supera di gran lunga quello del genoma umano, che conta circa 3 miliardi di basi. Questo significa che il genoma del dipnoo sudamericano è ben 30 volte più grande di quello umano.
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, ha svelato un mondo microscopico ricco di informazioni preziose per comprendere l’evoluzione dei primi vertebrati terrestri. Il pesce dipnoo, noto anche come ‘polmonato’, è un vero e proprio fossile vivente che ha conservato caratteristiche ancestrali che lo rendono un prezioso strumento per studiare la storia della vita sulla Terra.
Trasposoni: i motori dell’espansione genomica
La straordinaria dimensione del genoma del dipnoo sudamericano è dovuta alla presenza di trasposoni, sequenze di DNA mobili che si replicano e si spostano autonomamente all’interno del genoma. Questo fenomeno, presente anche nel genoma umano, è particolarmente attivo nei dipnoi, con una velocità di espansione genomica mai documentata prima. Ogni 10 milioni di anni, il genoma del dipnoo è cresciuto delle dimensioni dell’intero genoma umano, e continua a crescere.
I ricercatori hanno scoperto che i trasposoni responsabili di questa espansione sono ancora attivi, il che significa che il genoma del dipnoo è in costante evoluzione. Sebbene lo spostamento casuale dei trasposoni possa alterare la sequenza dei geni, il genoma del dipnoo è risultato essere inaspettatamente stabile e conservato, il che ha permesso ai ricercatori di ricostruire l’architettura originaria del set di cromosomi dei primi vertebrati terrestri.
Un viaggio nel passato: il genoma del dipnoo e l’evoluzione dei vertebrati terrestri
Il confronto tra i genomi dei tre lignaggi di dipnoi (sudamericano, africano e australiano) ha rivelato interessanti informazioni sull’evoluzione dei primi vertebrati terrestri. I dipnoi australiani, ad esempio, hanno ancora pinne simili ad arti, come quelle che permisero ai loro antenati di conquistare la terraferma. Inoltre, la ricerca ha fornito prove del legame evolutivo tra le pinne a raggi dei pesci ossei e le dita dei vertebrati terrestri.
Lo studio del genoma del dipnoo sudamericano apre nuove prospettive per la comprensione dell’evoluzione dei vertebrati terrestri. Grazie a questo fossile vivente, gli scienziati possono ricostruire la storia della vita sulla Terra e comprendere meglio come i primi animali hanno colonizzato la terraferma circa 400 milioni di anni fa.
Un viaggio nel passato e un futuro incerto
La scoperta del genoma gigante del pesce dipnoo sudamericano è un’incredibile finestra sul passato, che ci permette di osservare l’evoluzione dei primi vertebrati terrestri. Tuttavia, la continua espansione del genoma del dipnoo solleva interrogativi sul futuro. La proliferazione dei trasposoni potrebbe, in futuro, portare a instabilità genomica e alterare l’equilibrio evolutivo di questa specie. Sarà interessante osservare come il genoma del dipnoo si evolverà nel tempo e quali saranno le conseguenze di questa continua espansione.