Un panorama di storie e registi
Il Festival di Venezia 81 si appresta ad accogliere sedici film in gara per il Leone d’Oro, un’edizione che si preannuncia ricca di sorprese e di talenti emergenti. Tra i registi in lizza troviamo nomi di grande esperienza come Todd Phillips, con il suo attesissimo “Joker: Folie à deux”, e Luca Guadagnino, con “Queer”. Ma non mancano le new entry, come la regista georgiana Déa Kulumbegashvili con “April”, che affronta il tema dell’aborto clandestino, e la regista Halina Reijn con “Babygirl”, un thriller erotico con Nicole Kidman. Il panorama dei film in concorso è estremamente variegato, spaziando tra thriller politici come “The Order” di Justin Kurzel, storie di sport come “Kill the Jockey” di Luis Ortega, e drammi familiari come “Jouer avec le feu” di Delphine & Muriel Coulin. Non mancano i biopic, come “I’m Still Here” di Walter Salles, che racconta la storia dell’ex deputato socialista brasiliano Marcelo Rubens Paiva, e “Maria” di Pablo Larraín, che affronta gli ultimi giorni di Maria Callas interpretata da Angelina Jolie. La sezione “Orizzonti” presenta invece film che esplorano temi sociali e politici, come “Youth – Homecoming” di Wang Bing, che racconta il ritorno a casa di un gruppo di giovani lavoratori tessili dopo il fallimento della fabbrica in cui erano impiegati, e “Harvest” di Athina Rachel Tsangari, che ci porta a fine Cinquecento, alla vigilia della rivoluzione agricola nelle campagne inglesi. “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar, con Tilda Swinton e Julianne Moore, affronta invece il tema della guerra e del suo impatto sulle relazioni umane. “Stranger Eyes” di Yeo Siew Hua, da Singapore, è un film a più livelli che riflette sul cinema, sulla sorveglianza e sulla famiglia. “Love” di Dag Johan Haugerud, “terzo film di una trilogia sull’analisi dei comportamenti sessuali in contrasto con le norme sociali”, presenta una visione libera e non convenzionale delle relazioni sentimentali e sessuali. “The Brutalist” di Brady Corbet racconta trenta anni della vita di un architetto geniale e visionario, László Toth, sopravvissuto ad Auschwitz. “Leurs enfants après eux” di Ludovic e Zoran Boukherma, tratto da un romanzo omonimo di Nicola Matthieu, è il racconto corale di un gruppo di giovani adolescenti in una valle sperduta della Francia orientale negli anni Novanta.