Un Sole iperattivo
Il nostro astro sta vivendo un periodo di intensa attività, con un numero di macchie solari che supera di gran lunga le previsioni. “È un ciclo che si sta dimostrando molto più attivo di quanto si pensasse quando è iniziato, nel 2019, ha sicuramente superato le aspettative”, afferma Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste.
Secondo i dati del Centro di previsione meteorologica spaziale della statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), a maggio 2024 il numero medio mensile di macchie solari ha già superato il picco del ciclo precedente, raggiungendo quota 172. A luglio la media mensile è salita a 196, mentre agosto promette di superare ancora questo numero, con una media mensile provvisoria di 217.
“Le previsioni iniziali si sono rivelate sbagliate poiché risentono del fatto che non comprendiamo ancora appieno l’attività solare”, commenta Messerotti. Il record, perlomeno da quando si hanno a disposizione misurazioni dirette, resta per ora appannaggio del 19/mo ciclo: il numero medio mensile di macchie rilevato nell’ottobre 1957 arrivò a 359.
Le macchie solari sono provocate da concentrazioni di campi magnetici, così forti da impedire al calore interno di raggiungere la superficie: infatti, hanno una temperatura di circa 3.700 gradi, contro gli oltre 5.700 della superficie circostante. A causa della loro instabilità, le macchie possono provocare espulsioni di massa coronale, le cosiddette Cme, e brillamenti solari.
Il picco anticipato
L’aumento dell’attività solare ha portato a un’accelerazione del ciclo, con il picco che si prevede arriverà già negli ultimi mesi del 2024 o nei primi mesi del 2025, in anticipo rispetto alle previsioni iniziali. “Il picco verrà raggiunto già negli ultimi mesi del 2024 – aggiunge Messerotti – o nei primi mesi del 2025”.
L’intensa attività solare ha un impatto diretto sulla Terra, aumentando la probabilità di tempeste geomagnetiche. Queste tempeste sono causate dalle espulsioni di massa coronale (Cme) e dai brillamenti solari, fenomeni che si verificano con maggiore frequenza in presenza di un numero elevato di macchie solari. Tuttavia, è importante sottolineare che la presenza di un’intensa attività solare non implica necessariamente tempeste geomagnetiche di elevata intensità. “Questo è un luogo comune”, precisa Messerotti: “le più intense tempeste geomagnetiche sono state registrate nella fase di salita del ciclo e in quella di discesa, e non in corrispondenza del picco”.
L’impatto dell’attività solare
L’aumento dell’attività solare è un fenomeno che merita attenzione, poiché può avere un impatto significativo sulla Terra. Le tempeste geomagnetiche, anche se non necessariamente di grande intensità, possono causare interferenze con i sistemi di comunicazione, i satelliti e le reti elettriche. È quindi fondamentale monitorare costantemente l’attività solare e sviluppare sistemi di protezione per mitigare i potenziali rischi.
Inoltre, l’intensa attività solare offre un’opportunità unica per studiare il nostro astro e comprendere meglio i meccanismi che regolano il suo comportamento. Le nuove tecnologie e le osservazioni da terra e dallo spazio ci permettono di raccogliere dati preziosi che ci aiuteranno a prevedere con maggiore precisione l’attività solare e a proteggerci dai suoi effetti.