Un’edizione dedicata ai giovani e alla contaminazione musicale
La 27esima edizione de La Notte della Taranta, in programma a Melpignano (Lecce), si presenta con un’inedita attenzione alle nuove generazioni, affidando loro il compito di essere testimoni e custodi di una tradizione musicale che si proietta nel futuro. Il maestro concertatore Shablo ha definito questa edizione come un’occasione per dare “a quella generazione nata dopo che il concertone è diventato tradizione” la possibilità di essere “testimoni di una musica che, seppur radicata in un tempo lontano, riesce a lasciarsi andare al futuro passando da ciò che è contemporaneo”. La scelta degli artisti, tra cui Gaia, Angelina Mango, Geolier e Ste, ha suscitato polemiche, ma Shablo ha difeso la sua decisione, sottolineando che “essere numeri uno in classifica e mantenere la posizione per tanto tempo significa che qualcosa ci deve essere”. “I tormentoni, che molto spesso sono futili o magari si somigliano, non sono facili: tutti gli artisti ne vorrebbero fare ma pochissimi riescono ad avere un successo così grande”, ha aggiunto Shablo. La scelta di Gaia, in particolare, ha generato dibattito per la sua interpretazione di “Sesso e samba”, brano definito da una giornalista come “un pezzo di cui non andare orgogliosi”. Gaia ha risposto con fermezza, sottolineando che “al di là del giudizio superficiale che si può dare a un brano, sento di dire che quel brano sta unendo le persone” e che la pizzica e la tradizione popolare salentina “mi ha dato un profondo senso di responsabilità verso il pezzo che devo interpretare”.
Un omaggio alla tradizione e alla sperimentazione
La scaletta del concertone prevede 30 brani, tra cui alcuni in arbereshe come “Lule Lule”, in omaggio a Giovanna Marini, ricercatrice della tradizione musicale popolare italiana. L’edizione si caratterizza anche per la presenza di Emilio Isgrò, padre delle cancellature, che ha realizzato alcune opere speciali per la scenografia del concertone. Isgrò ha spiegato che “accostare una esperienza come la mia a una manifestazione così ben connotata poteva essere un rischio. Ma cancellare significa mettere alla prova noi stessi come fa la Taranta. Ed è giusto che tutti i segni di mutamento che si aprono nel Paese siano assecondati come fanno gli artisti”. La Notte della Taranta si presenta quindi come un evento che celebra la tradizione, ma allo stesso tempo si apre a nuove interpretazioni e sperimentazioni, in un’ottica di contaminazione e di rinnovamento.
La cultura come bene da tutelare e valorizzare
Il presidente della fondazione Notte della Taranta, Massimo Bray, ha sottolineato l’importanza di tutelare la cultura come bene prezioso, richiamando l’articolo 9 della Costituzione: “La Notte della Taranta è un bene culturale e, come ci dice l’articolo 9 della Costituzione, dobbiamo saperlo tutelare perché i beni culturali hanno un valore storico e identitario”. Bray ha espresso il desiderio di creare “un laboratorio tutto l’anno per tutelare questa tradizione e darle una prospettiva futura”, sottolineando il valore universale della cultura e la necessità di preservarla e promuoverla.
Un ponte tra generazioni e un’occasione di rinnovamento
La Notte della Taranta si presenta come un’occasione di incontro tra generazioni, in cui la tradizione incontra l’innovazione e la musica popolare si apre a nuove interpretazioni. L’evento rappresenta un importante momento di riflessione sulla cultura e sul suo ruolo nella società, e un’opportunità per valorizzare le nuove voci e le nuove prospettive.