Disordini e Tensione ad Arghillà
La Uilpa polizia penitenziaria ha lanciato un allarme per i gravi disordini in corso nella casa circondariale di Arghillà, a Reggio Calabria. Un gruppo di detenuti di origini georgiane avrebbe rifiutato il rientro in cella, con l’intenzione di aggredire un altro detenuto con cui si sarebbe verificato un diverbio il giorno precedente. La tensione è altissima e sono stati richiamati gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria liberi dal servizio, mentre ulteriori rinforzi stanno giungendo da altri istituti penitenziari della regione.
Un Sistema Carcerario in Crisi
Il segretario generale della Uilpa, Giuseppe De Fazio, ha denunciato la situazione critica del sistema carcerario italiano, definendo gli eventi di Arghillà come l’effetto di uno stato di abbandono sostanziale in cui versano le carceri e i detenuti. De Fazio ha sottolineato il sovraffollamento delle carceri, con 14.500 detenuti oltre i posti disponibili, e la carenza di personale, con 18.000 unità mancanti alla Polizia penitenziaria. La situazione è aggravata da un numero crescente di aggressioni ai danni degli agenti (oltre 2.000 dall’inizio dell’anno), suicidi tra i detenuti (66 solo quest’anno) e tra gli agenti (7).
Un Appello al Governo
De Fazio ha lanciato un appello al Governo, in particolare alla Premier Giorgia Meloni, affinché si prendano misure straordinarie e tangibili per evitare il collasso del sistema carcerario italiano. Ha criticato il decreto carceri definendolo un placebo inefficace e ha sottolineato la necessità di interventi immediati per affrontare la crisi.
Considerazioni
La situazione nella casa circondariale di Arghillà e il quadro generale del sistema carcerario italiano rappresentano un problema serio che richiede un’azione immediata e coordinata da parte del Governo. La carenza di risorse, il sovraffollamento e la mancanza di personale sono fattori che contribuiscono a un ambiente carcerario instabile e pericoloso, con conseguenze gravi per i detenuti, gli agenti e la società nel suo complesso. È fondamentale investire in una riforma del sistema carcerario che sia incentrata sulla riabilitazione dei detenuti, sulla sicurezza degli agenti e sulla prevenzione della violenza.