Un viaggio nella Lima degli anni Cinquanta
“Aprile è il mese più crudele”, scriveva T.S. Eliot. Il verso, tratto da “La terra desolata”, è fra le epigrafi che aprono il romanzo fluviale ipnotico del peruviano Alfredo Bryce Echenique, classe ’39, appartenente ai narratori post-boom della letteratura ispanoamericana. Il suo stile, caratterizzato da sottile ironia e attenzione al quotidiano, s’inserisce nella strada intrapresa da autori come Julio Ramón Ribeyro e César Vallejo.
“Non aspettatemi ad aprile”, uscito per la prima volta nel 1995, sbarca in Italia, tradotto da Giuliana Calabrese, per i tipi di Medhelan, giovane casa editrice milanese, specializzata nella grande letteratura e autori dalla voce unica.
Protagonista della storia, ambientata nella Lima degli anni Cinquanta, è il giovane Manongo, rampollo dell’alta borghesia. La vita del ragazzo scorre tra canzoni di Nat King Cole, macchine, sigarette, balli, e abiti chic. L’inquieto Manongo “aspira il mondo tutto d’un fiato”, e se da un lato si diverte, dall’altro è preda della malinconia.
Il lamento della tortora e la ricerca di una fuga
Dall’ampia finestra della camera sente “il lamento lacerante e acuto della tortora del Perù”, una “musica” mesta che gli toglie ogni possibilità di “ritrovare un briciolo di gioia”. Il lamento degli uccelli lo uccide di dolore e lo riempie di “vulnerabilità”.
E’ un affabulatore magistrale, nessuno come lui sa intrattenere la servitù di casa sua, nelle cucine. Eppure, cerca una via di fuga, da quel suono lugubre della tortora, quel “cuculì-cuculì” da cui tanto è infastidito da pensare di chiedere al padre in regalo “una carabina a piombini” per “far fuori tutte le tortore del quartiere”.
Un’anima inquieta tra cinema, musica e piscina
Manongo, dagli stravaganti occhiali scuri, ama infilarsi nei cinema di notte, affascinato del film Storia di tre amori, si veste come il divo James Mason, l’attore protagonista; e quando non esce ascolta, sdraiato sul letto, la Rapsodia di Rachmaninov su un tema di Paganini.
Tutti i pomeriggi va a farsi “un bagnetto” nella piscina del Country Club, dove incontra “bellimbusti” simili a stelle hollywoodiane. Le avventure di Manongo si divorano come un cibo succulento di cui non si vorrebbe mai la fine.
Uno stile narrativo ricco e coinvolgente
Il linguaggio impertinente e vigoroso, impastato di oralità, è il sale di queste pagine piene di immagini leggendarie, di sguardi obliqui e sbuffi di fumo, mentre si danza sulle morbide note di Todo el amor del mundo di Lucho Gatica.
Un ritratto di un’epoca e di un’anima
‘Non aspettatemi ad aprile’ non è solo un romanzo ambientato nella Lima degli anni Cinquanta, ma un viaggio intimo nell’animo di un giovane che cerca di trovare il suo posto nel mondo. Bryce Echenique, con la sua scrittura ricca di dettagli e di ironia, ci offre un ritratto vivido di un’epoca e di un’anima inquieta, che si interroga sulla vita e sulla felicità.