Caldo torrido in arrivo: picchi di 38°C in Sardegna
Un’ondata di caldo sta per colpire l’Italia, con temperature che raggiungeranno i 38°C in Sardegna e i 37°C al Centro-Sud, da Roma a Taranto. Il sito www.iLMeteo.it prevede un cielo nuvoloso al Nord con qualche piovasco in spostamento dal Veneto verso Lombardia e Piemonte. Questo ritorno del caldo segue un breve periodo di tregua e si inserisce in un contesto globale che vede il 2024 destinato a diventare l’anno più caldo della storia, superando il 2023. L’aumento delle temperature sta portando a eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, come ondate di calore e nubifragi, che causano danni al territorio e mettono a rischio la salute, soprattutto delle persone più fragili.
Lo studio del JRC: un allarme per il futuro
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Lancet Public Health, condotto dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, analizza l’impatto di caldo e freddo in Europa nel corso del secolo. Lo studio rivela che attualmente gli estremi di temperatura causano circa 407.000 decessi all’anno, di cui la maggior parte (363.500) sono dovuti al freddo, mentre circa 43.700 sono causati dal caldo eccessivo. Tuttavia, l’andamento sta cambiando rapidamente, con una diminuzione dei decessi per freddo e un aumento di quelli per caldo. Se le temperature aumenteranno di 3°C entro la fine del secolo, come previsto, l’Italia sarà una delle regioni europee più colpite dal caldo. Lo studio prevede che entro il 2100 i decessi annuali per ondate di calore passeranno dagli attuali 10.400 a oltre 28.200, un triplicarsi del rischio.
Il legame tra caldo, povertà e età
Il rischio di morte per caldo è strettamente legato alle condizioni socio-economiche e all’età. Gli anziani e le persone con meno possibilità di riscaldarsi o utilizzare condizionatori sono le più vulnerabili. David García-León del JRC sottolinea che lo studio identifica specifiche aree con un rischio di morte per alte temperature in aumento nel prossimo decennio, evidenziando la necessità di politiche mirate per proteggere queste zone e le persone più a rischio.
Un futuro incerto: la necessità di azioni concrete
Il crescente rischio di morte per ondate di calore è un segnale allarmante che richiede un’azione immediata. Le politiche di adattamento al cambiamento climatico devono essere rafforzate, con particolare attenzione alle aree più vulnerabili e alle persone più fragili. Investire in infrastrutture di raffreddamento, promuovere campagne di sensibilizzazione e garantire l’accesso ai servizi sanitari sono misure cruciali per mitigare gli effetti del caldo estremo. La sfida è complessa, ma la nostra responsabilità è quella di agire ora per proteggere la salute e la vita delle persone.