Un’escalation di violazioni dei diritti umani
La Ong per i diritti umani Provea ha lanciato un allarme sulla situazione in Venezuela, denunciando un’escalation di violazioni dei diritti umani dopo le presidenziali del 28 luglio scorso. L’organizzazione afferma che il paese è passato “da un periodo di persecuzione selettiva a uno di persecuzione di massa”.
Secondo Provea, negli ultimi 16 giorni sono state registrate oltre 2.400 persone detenute arbitrariamente, con una media di 150 arresti ogni 24 ore. Questi numeri, sottolinea l’organizzazione, superano “di gran lunga i record delle proteste in Venezuela del 2014, 2017 e 2019” e “sono il doppio dei detenuti scomparsi ogni giorno in Cile nei mesi tra settembre e dicembre 1973, dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet”.
Omicidi e arresti di massa
Provea denuncia anche l’uso sproporzionato della forza da parte delle forze di sicurezza, che ha provocato l’omicidio di 24 persone in soli 4 giorni. L’organizzazione sottolinea il coordinamento tra le forze di sicurezza e i gruppi paramilitari, che avrebbero contribuito all’escalation della violenza.
Tra gli episodi più gravi, Provea cita l'”Operazione Tun Tun” del 29 luglio, che ha visto oltre 700 arresti. La denuncia di Provea si aggiunge ad altre segnalazioni di violazioni dei diritti umani in Venezuela, che hanno suscitato preoccupazione a livello internazionale.
Una situazione preoccupante
La denuncia di Provea è un campanello d’allarme sulla situazione in Venezuela. L’escalation di violazioni dei diritti umani dopo le presidenziali è un segnale preoccupante, che evidenzia la fragilità della democrazia e la crescente repressione del dissenso. È fondamentale che la comunità internazionale si attivi per monitorare la situazione e chiedere al governo venezuelano di rispettare i diritti umani di tutti i cittadini.