Urso: “Stellantis non ha mantenuto gli impegni, il governo ha fatto la sua parte”
Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha puntato il dito contro Stellantis durante il meeting di Rimini, accusando l’azienda di non aver mantenuto gli impegni presi con il governo italiano per lo sviluppo dell’industria automobilistica. Urso ha sottolineato che il governo ha già fatto la sua parte, rimuovendo l’ostacolo dell’Euro 7 e stanziando un miliardo di euro per il piano incentivi sull’auto, ma Stellantis non ha risposto aumentando la produzione in Italia come previsto. “Abbiamo raggiunto gli obiettivi della rottamazione e dell’auto elettrica accessibile, ma quello del sostegno alla produzione italiana non è stato raggiunto”, ha affermato Urso. “Stellantis doveva aumentare la produzione nel nostro Paese per rispondere alle richieste sollecitate dagli incentivi”.
Urso ha inoltre ricordato che il governo precedente, durante la presentazione del progetto Stellantis, non ha posto le condizioni necessarie per l’esercizio della Golden Power, e che ora il governo attuale sta cercando di recuperare il tempo perduto. “Noi facciamo le cose con il materiale che abbiamo, col buon senso pratico di colui che sa che deve tutelare l’interesse nazionale”, ha aggiunto.
Ultimatum di Urso: risposta urgente sulla gigafactory e sul piano industriale
Urso ha lanciato un ultimatum a Stellantis, chiedendo una risposta a breve sulla gigafactory di Termoli e sul piano industriale per l’Italia. “Se non risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri”, ha avvertito il ministro. “Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non mantiene gli impegni. E la scadenza è nelle prossime ore”.
Urso ha chiesto a Stellantis di chiarire come intende realizzare la crescita del sistema dei veicoli in Italia, con quali investimenti e in quali stabilimenti. “Stellantis deve dirci anche con quali investimenti, perché non può presentarci contratti di sviluppo, come è successo, in cui richiede risorse allo Stato per ridurre l’occupazione”, ha sottolineato il ministro. “È Stellantis che deve capire che i contratti di sviluppo si fanno con chi crea occupazione, non con chi la riduce”.
Sbarra: “Stellantis presenti un progetto industriale serio e con garanzie occupazionali”
Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha espresso forti preoccupazioni per il futuro degli stabilimenti italiani di Stellantis, chiedendo un progetto industriale concreto con investimenti e garanzie occupazionali. “È venuto il tempo che Stellantis presenti un serio progetto industriale e indichi chiaramente quali investimenti, quali nuovi modelli, quali garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale”, ha affermato Sbarra. “Non si può tirare troppo la corda”.
Sbarra ha anche sottolineato che la produzione di veicoli del gruppo si è ridotta del 25% nel primo semestre del 2024 rispetto al 2023 e che in quasi tutti gli stabilimenti italiani si segnalano preoccupazioni. “Nel 2025 rischiamo di perdere circa 25.000 posti di lavoro se non si interviene con norme legislative finalizzate a prorogare la cassa integrazione”, ha avvertito il segretario generale della Cisl.
Preoccupazioni per il futuro degli stabilimenti italiani
Sbarra ha espresso preoccupazioni specifiche per gli stabilimenti di Melfi, Mirafiori, Cassino e Pomigliano. A Melfi, nonostante l’annuncio di cinque nuovi modelli, la produzione è in ritardo e la cassa integrazione scadrà nel 2025. Mirafiori, un tempo capitale dell’automotive in Italia, sta vivendo una stagione di grande incertezza produttiva e occupazionale. Anche Cassino e Pomigliano sono in una situazione precaria.
Sbarra ha sottolineato che Stellantis e l’indotto muovono circa 70.000 posti di lavoro e che è fondamentale che la multinazionale e il governo accelerino per dare seguito all’impegno preso con le organizzazioni sindacali di firmare un protocollo d’intesa con impegni concreti per investimenti e tutela dell’occupazione.
Apertura a nuovi produttori, ma Stellantis resta priorità
Sbarra ha dichiarato che il sindacato non ha preclusioni verso l’arrivo in Italia di produttori stranieri, ma ha ribadito che Stellantis resta una priorità. “Chiunque arriva sicuramente porterà produzione, sicuramente ci aiuterà con qualche migliaio di nuovi occupati, ma Stellantis e l’Indotto muovono circa 70.000 posti di lavoro”, ha concluso il segretario generale della Cisl.
Il futuro dell’auto in Italia: un bivio decisivo
La situazione descritta nel testo evidenzia un momento cruciale per il futuro dell’industria automobilistica italiana. Il governo italiano ha fatto la sua parte, ma Stellantis sembra non aver mantenuto gli impegni presi. Il futuro degli stabilimenti e dei lavoratori è appeso a un filo, e la mancanza di un piano industriale concreto da parte di Stellantis rischia di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro. L’arrivo di nuovi produttori potrebbe essere una soluzione, ma non può essere l’unica. È fondamentale che Stellantis si assuma la responsabilità del suo ruolo nell’industria italiana e presenti un piano industriale solido che garantisca investimenti e occupazione. In caso contrario, il futuro dell’auto in Italia potrebbe essere compromesso.