Il racconto drammatico di Charlotte
“Per due secondi ho perso la bimba in mare, poi l’ho subito riabbracciata tra la furia delle onde. L’ho tenuta forte, stretta a me, mentre il mare era in tempesta. In tanti urlavano. Per fortuna si è gonfiata la scialuppa di salvataggio e in 11 siamo riusciti a salirci sopra”. Sono le parole drammatiche di Charlotte, una mamma di 35 anni, che ha vissuto l’incubo del naufragio della barca Bayesan al largo di Porticello, insieme alla figlia Sofia di un anno. La donna, in compagnia del marito e di alcuni colleghi di una società di Londra e parenti, si trovava a bordo dell’imbarcazione quando è stata travolta dalle onde.
La mamma racconta di aver perso la figlia per due secondi tra le onde, prima di riabbracciarla con forza. La scena è stata di panico e disperazione, con urla e grida che si levavano dal mare in tempesta. Per fortuna, la scialuppa di salvataggio si è gonfiata in tempo, permettendo a 11 persone di mettersi in salvo.
La salvezza e il ricovero in ospedale
Charlotte e Sofia sono state portate in salvo e ora si trovano all’ospedale dei Bambini, dove la mamma veglia sulla figlia. La paura e lo shock sono ancora vivi, ma la gioia di essere sopravvissute è immensa. L’incidente ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi sulle cause del naufragio. Le autorità marittime stanno conducendo le indagini per ricostruire la dinamica dell’evento e accertare eventuali responsabilità.
Un evento drammatico e un monito
La storia di Charlotte e Sofia è un monito sulla fragilità della vita e sull’importanza della sicurezza in mare. Il naufragio della Bayesan ci ricorda l’imprevedibilità delle condizioni marine e la necessità di adottare tutte le misure di precauzione per evitare tragedie. La vicenda ha suscitato grande commozione e sollevato interrogativi sulla sicurezza nautica, un tema che merita attenzione e approfondimento.