Un capitolo rimosso dalla memoria pubblica
Il libro di Isabella Insolvibile, ‘La prigionia alleata in Italia’, si addentra in un capitolo oscuro della storia italiana, spesso rimosso dalla memoria pubblica: quello dei prigionieri alleati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. L’autrice, storica di punta della nuova generazione, racconta la storia di circa 80.000 prigionieri inglesi e del Commonwealth che, dal 1941 al 1943, furono internati in campi di prigionia italiani.
Insolvibile svela le condizioni disumane in cui vivevano i prigionieri, descrivendo la fame, il freddo, le scarse condizioni igieniche, la mancanza di acqua, le malattie e le angherie subite. Il libro fornisce una documentazione dettagliata e spietata, basata su fonti britanniche, che mostra l’incapacità del regime fascista di gestire la situazione e l’approssimazione con cui venivano trattati i prigionieri.
Il fallimento del regime fascista
Il libro di Insolvibile smonta il mito del ‘bravo italiano’ e del paese efficiente, evidenziando le carenze del sistema di prigionia e l’incapacità del regime fascista di affrontare la situazione. Le condizioni dei campi di prigionia erano disastrose, con scarsità di cibo, mancanza di cure mediche e un’organizzazione inadeguata.
L’autrice descrive la gestione clientelare e ricattatoria dei pacchi alimentari della Croce Rossa, con gli Alleati che, nel sommergere di generi alimentari i loro prigionieri in Italia, manifestavano volutamente la loro superiorità industriale in un periodo in cui in Italia si soffriva la fame. Il libro rivela anche le ruberie, la borsa nera e i ricatti che si verificavano all’interno dei campi.
Il destino dei prigionieri dopo l’8 settembre 1943
Insolvibile descrive anche il destino dei prigionieri dopo l’8 settembre 1943, quando l’Italia firmò l’armistizio con gli Alleati. La maggior parte dei prigionieri britannici fu consegnata ai tedeschi, che li deportarono nei lager in Germania. Questo atto, secondo l’autrice, dimostra ancora una volta l’incapacità del sistema italiano di proteggere i prigionieri e la sua mancanza di rispetto per la vita umana.
Tuttavia, il libro non dimentica le storie di speranza e di coraggio. Insolvibile racconta anche di quei prigionieri che riuscirono a fuggire dai campi, si unirono ai partigiani o passarono il fronte a sud per ricongiungersi con le armate alleate. Queste storie rappresentano un segno di resistenza e di speranza, un riscatto per il paese.
Una storia da non dimenticare
Il libro di Isabella Insolvibile è un monito per non dimenticare il passato e per riflettere sulle responsabilità dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. La storia dei prigionieri alleati in Italia è un capitolo oscuro della nostra storia, che non può essere ignorato. Il libro di Insolvibile ci invita a guardare con coraggio la nostra storia, senza autoassolverci, e a imparare dai nostri errori per costruire un futuro migliore.