La condanna per un meme
Il tribunale di Santa Clara, a Cuba, ha condannato il 31enne Aroni Yanko García Valdés a un anno e mezzo di carcere per aver pubblicato su Facebook un meme sul presidente Miguel Díaz-Canel, Raúl Castro e il primo ministro Manuel Marrero Cruz. L’infermiere, padre di tre figli, è stato giudicato colpevole di “disprezzo aggravato” contro i vertici del governo, in base all’articolo 185.1 del nuovo Codice penale approvato a Cuba due anni fa. Il giudice ha ritenuto che la pubblicazione costituisca “una grandissima mancanza di rispetto” nei confronti di esponenti del governo, ha riferito sua moglie Yunisley Suárez Rodríguez.
La reazione della moglie e le prospettive di appello
“Faremo ricorso fino all’ultima istanza, ma sappiamo che sarà inutile”, ha aggiunto la donna. García Valdés lavorava come infermiere presso il Policlinico Malezas di Santa Clara fino al 3 aprile scorso, quando è stato arrestato. Da allora è in carcere.
Un precedente simile a Camagüey
A gennaio c’era stato un altro precedente. Il Tribunale di Camagüey aveva condannato Aniette González a tre anni per il reato di “oltraggio ai simboli nazionali”. Aveva pubblicato su Facebook una foto con la bandiera cubana e lo slogan antigovernativo “la bandiera è di tutti”, coniato dall’artista dissidente Luis Manuel Otero Alcántara prima di venire arrestato oltre tre anni fa.
La libertà di espressione a Cuba
Questo caso solleva ancora una volta la questione della libertà di espressione a Cuba. Il nuovo Codice penale, approvato nel 2021, ha introdotto una serie di articoli che criminalizzano la critica al governo, limitando di fatto la libertà di parola e di pensiero. La condanna di García Valdés per un meme su Facebook dimostra come il governo cubano sia particolarmente sensibile alle critiche, anche quelle espresse in modo non violento o offensivo. È importante ricordare che la libertà di espressione è un diritto fondamentale e che la critica al governo, anche se aspra, non dovrebbe essere punita con la reclusione.