Un quadro allarmante: il sovraffollamento carcerario in Italia
Secondo il report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il sovraffollamento nelle carceri italiane è un problema serio e persistente. Attualmente, ci sono 61.465 detenuti in carcere, a fronte di 46.898 posti regolarmente disponibili. Questo si traduce in un indice di sovraffollamento del 131,06%, ben al di sopra della capienza regolamentare di 51.282 posti. La situazione è particolarmente critica in 149 Istituti (pari al 78%), con un indice di affollamento superiore al consentito, e in 50 Istituti l’indice supera addirittura il 150%.
Il report evidenzia come il sovraffollamento sia dovuto in parte all’inagibilità di diverse camere di pernottamento e, in alcuni casi, di intere sezioni detentive. Un esempio lampante è il carcere di San Vittore a Milano, dove l’indice di sovraffollamento raggiunge il 220,98%, il più alto tra i 190 Istituti analizzati.
Situazione disomogenea a livello regionale
L’analisi regionale del report mette in luce una situazione disomogenea, con 17 regioni che registrano un indice di affollamento superiore agli standard e solo 3 che si trovano al di sotto della soglia regolamentare. La Puglia, con un indice del 164,80%, è la regione con il più alto tasso di sovraffollamento, seguita da Lombardia (152,24%), Basilicata (149,34%), Veneto (146,46%) e Lazio (145,38%). Questo preoccupante scenario è dovuto in gran parte al divario negativo tra capienza regolamentare e posti disponibili, un fattore che dovrebbe essere preso in seria considerazione in vista di futuri interventi legislativi in materia di edilizia penitenziaria.
Considerazioni sul sovraffollamento carcerario
Il sovraffollamento carcerario è un problema complesso con implicazioni dirette sulla dignità e i diritti dei detenuti. La mancanza di spazio adeguato compromette la possibilità di offrire programmi di riabilitazione efficaci, di garantire condizioni igienico-sanitarie accettabili e di favorire un ambiente di detenzione che promuova la rieducazione e il reinserimento sociale. E’ necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni per affrontare questa emergenza, investendo in nuove strutture carcerarie e in politiche di giustizia penale che puntino alla riduzione del numero di detenuti.