La costruzione procede nonostante le difficoltà
La costruzione di una fabbrica di fucili d’assalto Kalashnikov AK-103 in Venezuela sta procedendo secondo i piani, come ha dichiarato il capo del Servizio di cooperazione tecnica militare russo, Dmitry Shugayev. Nonostante le sanzioni statunitensi e i ritardi dovuti alla pandemia, i lavori sono in corso e l’impianto dovrebbe iniziare la produzione in futuro.
Shugayev ha ammesso che le sanzioni imposte da Washington hanno creato alcune difficoltà logistiche e di formazione, ma ha assicurato che i lavori stanno procedendo secondo il programma previsto.
L’impianto, situato nella città di Maracay, nello stato venezuelano di Aragua, è una struttura militare che produrrà fucili d’assalto AK-103 e AK-104 su licenza russa.
L’eredità di Chávez e il ruolo della Russia
Secondo Shugayev, sia la Russia che il Venezuela considerano questo progetto come parte dell’eredità di Hugo Chávez, l’ex presidente venezuelano che ha stretto forti legami con Mosca. La costruzione della fabbrica rappresenta un segno di continuità nella collaborazione militare tra i due paesi.
La Russia ha fornito un supporto significativo al Venezuela in passato, fornendo armi e tecnologia militare. La costruzione della fabbrica di fucili Kalashnikov è un’ulteriore dimostrazione della stretta collaborazione tra le due nazioni.
Un’alleanza strategica in un contesto complesso
La costruzione di questa fabbrica di armi in Venezuela è un segnale importante dell’alleanza strategica tra Mosca e Caracas. In un contesto internazionale in continua evoluzione, con la Russia sempre più isolata a livello globale, la collaborazione con il Venezuela rappresenta un punto di riferimento per Mosca nella regione latinoamericana. Tuttavia, è importante considerare le implicazioni di questa collaborazione in termini di sicurezza regionale e di proliferazione di armi. La presenza di una fabbrica di armi in Venezuela, in una regione già caratterizzata da instabilità politica e conflitti armati, potrebbe contribuire ad alimentare le tensioni e a destabilizzare ulteriormente la regione.