Cantone smentisce Nordio: “Nessun ‘sistema Palamara’, solo indagini su singoli casi”
Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha smentito le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che aveva parlato di un ‘sistema Palamara’ per le nomine in magistratura. In un’intervista all’ANSA, Cantone ha affermato che la Procura di Perugia si è occupata di vicende specifiche e non di un presunto ‘sistema Palamara’, definendo la denominazione “certamente efficace, ma utilizzata dai mass media”.
Cantone ha precisato che “sui fatti di cui si è occupato l’Ufficio da me diretto sono state svolte tutte le indagini e tutti i procedimenti pendenti si sono conclusi” e che non risulta ci fossero altri testimoni da ascoltare. Il procuratore ha aggiunto di non sapere se il ministro Nordio si riferisse alle indagini della Procura di Perugia o ad altre indagini penali o disciplinari.
Riguardo alla possibilità che ci siano intercettazioni di Palamara non rivelate, Cantone ha affermato: “mi rifiuto categoricamente di credere che il Ministro abbia potuto riferire una circostanza di tal genere”. “E’ un ex magistrato – ha sostenuto – ed un giurista di fama; se avesse avuto notizie di tal tipo avrebbe certamente, come è suo obbligo, presentato una denuncia all’Autorità giudiziaria ed attivato i poteri che l’ordinamento giudiziario gli attribuisce e non avrebbe certo riferito di ciò alla stampa; a me non risultano intercettazioni occultate; gli accertamenti svolti da parte del mio ufficio lo hanno escluso categoricamente; ovviamente se il Ministro o altri hanno prove di tal tipo sono pronto a ricredermi e a svolgere indagini se dovessimo essere noi officiati ad occuparcene”.
Cantone: “L’Ufficio si è occupato di reati specifici, non di un sistema”
Cantone ha ribadito che l’Ufficio si è occupato di reati specifici e ha svolto indagini su singoli procedimenti, alcuni dei quali conclusi con patteggiamenti, altri con assoluzioni e altri ancora con richieste di archiviazioni. “Questo era il nostro compito e lo abbiamo svolto”, ha concluso.
Riguardo alla possibilità che Palamara possa avvalersi delle nuove norme per i processi di Perugia, Cantone ha specificato che “molto correttamente l’ex consigliere del Csm rimetterà ai suoi avvocati le questioni relative agli effetti della riforma recata dalla legge Nordio sui suoi processi”.
“Attendiamo, quindi – ha aggiunto -, le eventuali istanze degli avvocati, con i quali, pur nella diversità di posizioni, vi è un rapporto di assoluta correttezza. Il tema degli effetti della modifica della norma sul traffico di influenze sui processi già definiti è una questione giuridica interessantissima e ovviamente esamineremo con grande attenzione le eventuali osservazioni dei difensori e daremo la nostra opinione. Poi sarà il tribunale di Perugia ad esprimersi”.
L’importanza della chiarezza e della trasparenza
La vicenda solleva importanti questioni riguardo alla trasparenza e alla chiarezza nelle indagini giudiziarie. È fondamentale che le autorità competenti forniscano informazioni complete e accurate al pubblico, evitando interpretazioni ambigue o contrastanti. La fiducia nella giustizia si basa sulla certezza che le indagini siano condotte in modo imparziale e trasparente, garantendo la correttezza e la legalità dei procedimenti.