Un premio a Locarno e un nuovo progetto a Venezia
L’attrice franco svizzera Irène Jacob, nota per la sua collaborazione con registi come Louis Malle, Krzysztof Kieslowski, Michelangelo Antonioni e Theo Angelopoulos, ha ricevuto il Leopard Club Award al Locarno Film Festival. Il riconoscimento celebra una carriera ricca di interpretazioni memorabili in film di grande impatto e valore artistico.
Nonostante i successi raggiunti, Jacob continua a cercare nuove sfide. A Venezia, sarà presente fuori concorso con “Why War” del regista israeliano Amos Gitai, un film che si interroga sulle cause della guerra. Jacob spiega che il suo ruolo nasce dalle parole di Virginia Woolf e Susan Sontag, due donne che si sono interrogate sul perché gli esseri umani continuino a fare la guerra, nonostante la sua orribile e insensata natura.
“È importante mantenere questa domanda sempre presente, non come qualcosa di fatalistico, ma per cercare di capire e reagire al perché ne siamo così attirati”, afferma l’attrice.
L’influenza di grandi maestri e la passione per il cinema
Jacob ha avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei più grandi registi del cinema contemporaneo.
Parlando di Michelangelo Antonioni, con cui ha collaborato in “Al di là delle nuvole”, Jacob ricorda il suo spirito libero imprigionato in un corpo debilitato da un ictus. Antonioni, pur quasi impossibilitato a parlare, comunicava attraverso il linguaggio delle scene, disegnandole con una matita e affidandole a Wim Wenders, che ha codiretto il film. Jacob ha raccontato con emozione il loro incontro, durante il quale Antonioni le ha chiesto quali dei suoi film avesse visto e ha commentato con passione “bello, bello” riguardo a “Identificazione di una donna”.
Un altro incontro fondamentale è stato quello con Krzysztof Kieslowski, che l’ha diretta in “La doppia vita di Veronica”, film che le ha fatto vincere il premio come migliore attrice a Cannes nel 1991, e in “Tre colori: Film rosso”, l’ultima pellicola del regista polacco. Jacob descrive Kieslowski come un esploratore del mistero dell’essere umano, il cui modo di guardare il mondo l’ha profondamente toccata. I suoi film, secondo l’attrice, rimangono estremamente moderni perché “quando il cinema è creativo resta giovane”.
Jacob, in qualità di presidente dell’Istituto Lumière di Lione, si impegna nella conservazione dei capolavori del cinema e nella promozione della settima arte. Per lei, il cinema è “vita” e un mezzo essenziale per sentirci più uniti, per raccontare la nostra storia e creare un legame tra il passato e il futuro. “Per questo dobbiamo difenderlo e preservarlo”, afferma con convinzione.
Una famiglia di attori e un futuro luminoso
Irène Jacob è sposata con l’attore Jérome Kircher e ha due figli, Paul e Samuel, che sono diventati anch’essi attori. Jacob e suo marito sono commossi dal fatto che entrambi i figli abbiano scelto la loro stessa professione.
La famiglia si riunirà a Venezia, dove Jacob presenterà “Why War” e Paul sarà in gara con “Leurs enfants après eux”.
L’attrice, con la sua passione e la sua dedizione alla settima arte, continua a brillare come una stella nel panorama cinematografico internazionale, proiettando la sua luce su un futuro ricco di nuove sfide e progetti.
Il cinema come specchio dell’animo umano
La carriera di Irène Jacob è un viaggio affascinante attraverso il cinema d’autore, dove la sua interpretazione si è fusa con la visione di registi di grande talento. La sua partecipazione a “Why War” di Amos Gitai, un film che indaga sulle cause della guerra, testimonia la sua sensibilità verso le grandi questioni del nostro tempo. La sua profonda riflessione sul ruolo del cinema come strumento di unione e di racconto della storia umana, rivela una profonda consapevolezza del potere di questa arte di toccare le corde più profonde dell’animo umano.