Caccia al Cinghiale: Nuove Norme per il Contenimento
La Regione Piemonte ha approvato due nuove delibere per la gestione della caccia al cinghiale, con l’obiettivo di contrastare la diffusione della Peste suina africana (Psa). La prima delibera, fortemente sostenuta dalle associazioni agricole, autorizza i proprietari e conduttori di fondi rurali ad abbattere cinghiali anche in un raggio di 500 metri oltre i confini del proprio appezzamento. Questo provvedimento mira a contenere la popolazione di cinghiali e, di conseguenza, la diffusione della Psa, una malattia altamente contagiosa che colpisce i suini e che rappresenta una seria minaccia per l’allevamento e la salute pubblica. La seconda delibera, invece, prolunga di un mese il calendario venatorio in Piemonte, permettendo ai cacciatori di cacciare il cinghiale ininterrottamente per quattro mesi, dal 15 settembre al 15 gennaio. Questa modifica, in linea con la nuova legge sull’agricoltura (la cosiddetta “Legge Lollobrigida”), mira a garantire una maggiore flessibilità nella gestione della caccia al cinghiale e a consentire un più efficace contenimento della popolazione di questi animali.
Nuove Tecnologie e Immissioni di Specie Cacciabili
La nuova legge sull’agricoltura introduce anche l’utilizzo di dispositivi di puntamento, anche digitali, per la visione notturna durante le azioni di prelievo selettivo del cinghiale. Questa innovazione tecnologica mira a migliorare l’efficacia e la sicurezza delle operazioni di caccia. Inoltre, la giunta regionale ha approvato una terza delibera che autorizza, per la stagione venatoria 2024-25, nuove immissioni di capi di quattro specie cacciabili: fagiano, pernice rossa, lepre e starna. Questa misura, su richiesta degli Ambiti territoriali caccia e dei Comprensori alpini, mira a sostenere il ripopolamento naturale e l’autoriproduzione della fauna in territorio libero attraverso l’immissione di capi provenienti da allevamenti autorizzati.
Considerazioni
Le nuove misure adottate dalla Regione Piemonte rappresentano un tentativo di affrontare la complessa questione della gestione della fauna selvatica e del contenimento della Psa. L’estensione del periodo di caccia e l’autorizzazione agli agricoltori di abbattere cinghiali anche oltre i confini dei propri terreni potrebbero contribuire a ridurre la popolazione di questi animali e a limitare la diffusione della Psa. Tuttavia, è importante valutare attentamente l’impatto di queste misure sull’ecosistema e sulla biodiversità. L’immissione di nuove specie cacciabili, seppur con l’obiettivo di sostenere il ripopolamento naturale, potrebbe avere conseguenze imprevedibili sull’equilibrio dell’ambiente. Sarà quindi fondamentale monitorare costantemente l’evoluzione della situazione e adattare le misure in base ai risultati ottenuti.