Un sacerdote reggino indagato per scambio elettorale politico-mafioso
Un sacerdote reggino, Antonio Foderaro, 61 anni, incaricato diocesano per l’informatica e direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose, è indagato nell’inchiesta “Ducale” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Ros, si concentra su presunti intrecci tra politica e ‘ndrangheta per realizzare “affari” e gestire il potere allo scopo di farsi reciproci favori e ottenere vantaggi in vari settori della pubblica amministrazione.
Foderaro, nominato “decano della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale” di Napoli, è accusato di scambio elettorale politico-mafioso per i suoi rapporti con l’indagato Daniel Barillà, finito prima ai domiciliari e poi all’obbligo di firma.
Intercettazioni e accuse: il ruolo di Barillà e il coinvolgimento di politici
Secondo le intercettazioni riportate nel fascicolo dell’inchiesta, Barillà avrebbe chiesto al sacerdote di indirizzare i consensi elettorali verso Giuseppe Neri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia indagato per il quale la Procura ha presentato appello al Riesame.
Barillà, inoltre, avrebbe organizzato un incontro nei locali del seminario tra il prelato e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, anch’egli indagato nell’inchiesta “Ducale”, poco prima delle amministrative del 2020.
L’inchiesta ‘Ducale’ e il ruolo della cosca Araniti
L’inchiesta ‘Ducale’ ha riguardato la cosca Araniti di Sambatello, alla periferia nord di Reggio Calabria. Le indagini hanno evidenziato un ruolo attivo della cosca nelle elezioni regionali del 2020 e del 2021, e nelle elezioni amministrative del settembre 2020.
L’inchiesta ha portato all’emissione di 14 misure cautelari l’11 giugno scorso.
La gravità delle accuse e il ruolo della Chiesa
Le accuse rivolte al sacerdote Foderaro sono gravi e sollevando interrogativi sulla trasparenza e l’integrità del mondo ecclesiastico. È fondamentale che la giustizia faccia il suo corso e che la Chiesa stessa si impegni a garantire la massima collaborazione con le autorità per fare chiarezza su questi fatti. La fiducia dei fedeli nella Chiesa è un pilastro fondamentale e la sua reputazione non può essere compromessa da comportamenti che violano i principi di integrità e trasparenza.