Conte: “Vergogna per il governo, chiediamo il ritiro dell’ambasciatore da Israele”
Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha lanciato una dura critica al governo Meloni per la sua gestione del conflitto israelo-palestinese, chiedendo il ritiro dell’ambasciatore da Israele e accusando l’esecutivo di “codardia” per non aver espresso ferma condanna alle stragi di civili a Gaza.
“Penso che limitarsi a chiedere il cessate il fuoco dinanzi a questo massacro quotidiano significhi complicità. Che diventa codardia nel momento in cui, nei passaggi all’Onu dove avremmo potuto esprimere ferma condanna, non l’abbiamo fatto”, ha dichiarato Conte in un’intervista a La Stampa. “Meloni ha foga e passione per alzare la voce sul pugilato alle Olimpiadi, ma su quasi 40mila civili morti non ha parole e azioni da spendere. Mi vergogno di questo governo”.
Critiche all’Europa e all’azione militare ucraina
Conte ha rivolto critiche anche all’Europa, definendo “improvvida” la dichiarazione dell’Unione Europea che ha legittimato l’attacco ucraino in territorio russo. “Non sono d’accordo con questa improvvida dichiarazione della Ue: con questa azione non siamo più nella logica della difesa perché contribuisce attivamente all’escalation”, ha affermato.
Il processo costituente del M5S e la ricerca di un’alleanza
Nonostante le distanze con il Partito Democratico su temi di politica estera, Conte si è detto favorevole al lavoro per un’alleanza. “Il M5S è concentrato con tutte le sue energie a elaborare un progetto alternativo a questo governo, al punto da aver avviato un processo costituente”, ha spiegato. Tuttavia, ha espresso la sua contrarietà all’ingresso di Matteo Renzi nel progetto: “Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo sarà impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”.
Il processo costituente del M5S metterà in discussione tutto, anche la collocazione nel campo progressista. “Gli iscritti potranno mettere in discussione tutto, altrimenti non sarebbe un processo costituente. Le scelte che abbiamo fin qui operato, come l’indirizzo politico, e anche la mia leadership”, ha affermato Conte. E ha aggiunto: “se all’esito del processo costituente l’assemblea degli iscritti dovesse votare un indirizzo incompatibile con il lavoro svolto finora, sarei il primo a trarne le immediate conseguenze”.
La critica di Conte e la complessità del conflitto
Le parole di Conte riflettono la crescente preoccupazione per la situazione a Gaza e la necessità di un approccio più incisivo da parte della comunità internazionale. La richiesta di ritiro dell’ambasciatore da Israele è un segnale forte che evidenzia la gravità della situazione e la necessità di un cambio di rotta nella politica del governo italiano. È importante ricordare che il conflitto israelo-palestinese è un problema complesso con radici storiche profonde. La ricerca di una soluzione pacifica e duratura richiede un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti, con un’attenzione particolare alla protezione dei civili e al rispetto dei diritti umani.