Il timore del Big One cresce in Giappone
Il Giappone è in stato di allerta per il rischio di un devastante terremoto, il ‘Big One’, dopo una serie di scosse che hanno fatto aumentare la paura tra la popolazione. Una scossa di magnitudo 7.1 ha colpito la regione sud occidentale del Kyushu l’8 agosto, nel mezzo delle vacanze estive, seguita da un’altra scossa di analoga intensità nell’Hokkaido il 12 agosto. Sebbene i sismologi abbiano affermato che le due scosse non sono collegate, la popolazione ha preso d’assalto i supermercati per fare scorte di acqua e provviste di riso. Le autorità hanno esortato la popolazione a non accumulare scorte, ma l’ansia è palpabile e si è registrata un’impennata nella richiesta di kit per disastri e beni di prima necessità. In un supermercato di Tokyo è stato affisso un cartello che si scusava con i clienti per la carenza di alcuni prodotti, attribuita a “notizie dei media relative al terremoto.”
L’allerta della Jma e il rischio di un mega-terremoto
Ad aumentare l’ansia dei giapponesi è stato anche l’avviso della Agenzia meteorologica giapponese (Jma) su un possibile “mega-quake” che potrebbe provocare oltre 320.000 vittime. Sebbene la Jma abbia specificato di non avere elementi per poter affermare che il cataclisma sia imminente, l’allarme riguarda i prossimi 30 anni. Si tratta del primo allarme di questo tipo, formulato con le nuove direttive create nel 2019 per segnalare chiare procedure di evacuazione nelle zone più a rischio, come l’aggregazione ai punti di raccolta, consigli sulle scorte di sopravvivenza, tra cui acqua, cibo, medicine, lista di contatti familiari e principi base di prevenzione all’interno delle proprie abitazioni. Il bollettino indica anche i criteri di assistenza per le persone disabili e gli anziani, perché nulla deve essere lasciato al caso e all’improvvisazione in un Paese che fa della coesione sociale la prima regola di comportamento.
La fossa del Nankai e la storia dei mega-terremoti
L’area geografica a rischio è ben conosciuta: la fossa del Nankai, che si estende a circa 900 km al largo della costa a sud del Paese, pressoché parallela alla linea tettonica mediana giapponese. Questa faglia è all’origine dei più devastanti terremoti degli ultimi secoli, con una regolarità impressionante, in media ogni 125 anni. Nel 1707, un terremoto di magnitudo 8.6 ha contribuito ad innescare l’ultima eruzione del Monte Fuji. A quel sisma sono seguiti due potenti mega-terremoti, nel 1854 e poi un paio nel 1944 e nel 1946.
L’Obon e le misure di sicurezza
L’avviso della Jma coincide con la festività dell’Obon di metà agosto, una tradizione buddista che vede la popolazione giapponese spostarsi in massa, ricongiungendosi alle proprie famiglie per onorare gli spiriti dei propri antenati. Da qui alla prossima settimana le municipalità di oltre 700 cittadine e villaggi di 29 prefetture dell’arcipelago saranno sottoposte a speciale osservazione dalle autorità, comprese la centrali nucleari operanti, memori di quanto avvenuto a Fukushima nel 2011. Per tali motivi, la città balneare di Shirahama, nella prefettura di Wakayama, ha deciso di chiudere le sue spiagge per una settimana e ha annullato la festa con i tradizionali fuochi d’artificio.
La sfida di bilanciare la paura e la preparazione
Il timore del Big One è comprensibile, ma è importante non farsi prendere dal panico. Le autorità giapponesi hanno messo in atto un sistema di allerta e di prevenzione molto efficiente, e la popolazione è ben preparata a fronteggiare un evento sismico. Tuttavia, è importante che le persone si informino correttamente e seguano le indicazioni delle autorità, evitando di accumulare scorte in modo eccessivo e creando un clima di inutile allarmismo.