De Pascale: “Serve una legge seria, non più promesse”
Il sindaco di Ravenna e candidato del centrosinistra alla presidenza dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ha espresso la sua forte critica al governo per la mancanza di una legge chiara e definita sulle concessioni balneari.
“Le evidenze vanno fatte con criteri seri, con criteri oggettivi, con indennizzi per chi subisce un danno, con la selezione del merito, con criteri ambientali forti. Però serve una legge”, ha affermato De Pascale durante una conferenza stampa.
Il sindaco ha sottolineato la necessità di un intervento legislativo da parte del governo, criticando la legge proposta dal governo Draghi come insufficiente e definendola “limitata”. De Pascale ha poi rivolto un appello al governo attuale: “Se il governo lo vuole fare meglio, la faccia meglio, ma si assuma le sue responsabilità e lo faccia”.
De Pascale ha espresso la sua soddisfazione per le parole che sta sentendo dagli imprenditori balneari, che dopo anni di promesse non mantenute da parte del governo e della destra, si trovano ora a dover affrontare una “vera catastrofe”.
“Sono molto contento delle parole che sto sentendo anche dagli imprenditori balneari, perché dopo anni e anni e anni e anni di presa in giro da parte del governo attuale e degli esponenti della destra che sistematicamente hanno sempre raccontato ai balneari che era possibile fare tutto quello che si voleva e che avrebbero, governando, risolto il problema, ora siamo davanti a una vera catastrofe”, ha dichiarato.
Il sindaco ha evidenziato il rischio di “disperdere un patrimonio enorme di competenze, di know-how e anche un’identità della Riviera romagnola” se non si stabiliscono regole chiare e si procede senza una legge definita.
“Se non si scrivono regole chiare, e quindi si procede senza regole, si rischia di disperdere un patrimonio enorme di competenze, di know-how e anche un’identità della Riviera romagnola”, ha concluso De Pascale.
Il nodo delle concessioni balneari: un problema annoso
La questione delle concessioni balneari è un problema annoso che affligge l’Italia da decenni. Il sistema attuale, basato su concessioni a lungo termine, è stato spesso criticato per la mancanza di trasparenza e per la difficoltà di accesso al mercato per nuovi operatori.
La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia nel 2019 per il mancato rispetto della direttiva europea sui servizi, che prevede l’apertura dei mercati e la libera concorrenza. La sentenza ha imposto all’Italia di riformare il sistema delle concessioni balneari entro il 2023.
Il governo Draghi aveva proposto una legge che prevedeva la proroga delle concessioni esistenti fino al 2033, con la possibilità di rinnovo per altri cinque anni. La legge prevedeva anche l’introduzione di criteri oggettivi per l’assegnazione delle concessioni, come la selezione del merito e l’impatto ambientale.
Tuttavia, la legge di Draghi è stata criticata da alcuni per la sua complessità e per la mancanza di chiarezza su alcuni aspetti, come l’indennizzo per gli operatori che perdono la concessione.
Il governo attuale non ha ancora presentato una proposta di legge definitiva, e la scadenza del 2023 si avvicina. L’incertezza sulla normativa sta creando preoccupazione tra gli operatori del settore, che temono di perdere la concessione senza un adeguato indennizzo.
Un problema che richiede una soluzione politica e sociale
La questione delle concessioni balneari è un problema complesso che richiede una soluzione politica e sociale. È importante trovare un equilibrio tra la necessità di garantire la libera concorrenza e il diritto di chi ha investito per anni in un’attività.
La legge dovrebbe essere chiara, trasparente e garantire un giusto indennizzo per gli operatori che perdono la concessione. Inoltre, dovrebbe prevedere criteri oggettivi per l’assegnazione delle concessioni, come la selezione del merito e l’impatto ambientale.
La soluzione non può prescindere dal dialogo con tutti gli attori coinvolti, dai balneari agli operatori turistici, dalle associazioni di categoria alle istituzioni locali. Solo attraverso un confronto aperto e trasparente si può trovare una soluzione che tuteli gli interessi di tutti.