Un peso sproporzionato per l’Italia
L’Italia si troverà a dover gestire un carico sproporzionato di domande d’asilo con la nuova procedura di frontiera introdotta dalla riforma del Patto Ue. Tra giugno 2026 e giugno 2027, il nostro Paese dovrà esaminare un massimo di 16.032 richieste, pari al 26,7% del totale per l’Unione Europea. Questa quota è la più alta tra tutti i Paesi membri. Nel biennio successivo, il numero di domande da esaminare salirà a 24.048.
La nuova procedura di frontiera, insieme al meccanismo di solidarietà, costituisce il cuore della riforma del Patto Ue concordata a dicembre 2023. Il testo che definisce il tetto annuo di richieste da vagliare con la procedura di frontiera per i Paesi Ue è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Come si calcola la quota di domande
La quota massima di domande da esaminare per ogni Paese membro è stata calcolata sulla base di una formula che tiene conto del numero di attraversamenti irregolari delle frontiere esterne – inclusi gli arrivi dopo le operazioni di ricerca e soccorso – e di respingimenti comunicati dai governi su tre anni, dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2023.
Questa formula, in sostanza, tiene conto del numero di migranti che hanno raggiunto il territorio di un Paese in modo irregolare e di quelli che sono stati respinti, considerando un periodo di tre anni. L’obiettivo è quello di stabilire una capacità adeguata per ogni Paese, in termini di accoglienza e di risorse umane, per gestire il flusso di domande d’asilo.
Il meccanismo di solidarietà
Una volta raggiunta la quota di domande da vagliare, scatta il meccanismo di solidarietà. Questo significa che i Paesi che hanno superato la loro capacità di accoglienza potranno richiedere l’assistenza degli altri Stati membri.
Il meccanismo di solidarietà è un elemento fondamentale della riforma del Patto Ue, che mira a distribuire in modo più equo il peso dell’accoglienza dei migranti tra i Paesi membri. Questo meccanismo dovrebbe contribuire a ridurre la pressione sui Paesi di primo arrivo, come l’Italia, e a garantire una risposta più coordinata e solidale alla crisi migratoria.
Altri Paesi con quote elevate
Dopo l’Italia, l’Ungheria sarà il Paese con la quota più alta di domande da trattare, con 15.432 richieste da analizzare tra giugno 2027 e giugno 2028, e 23.148 l’anno successivo. Seguono la Spagna, con rispettivamente 6.602 e 9.903 richieste annue da esaminare, la Grecia (4.376 e 6.564) e la Polonia (3.128 e 4.692).
La distribuzione delle quote di domande da esaminare riflette il numero di attraversamenti irregolari e respingimenti registrati in ciascun Paese negli ultimi tre anni. In questo senso, la quota assegnata all’Italia è un chiaro segnale del ruolo che il nostro Paese ha svolto e continua a svolgere nell’accoglienza dei migranti.
Sfide e opportunità per l’Italia
La nuova procedura di frontiera e il meccanismo di solidarietà rappresentano un passo avanti verso una gestione più equa e coordinata della crisi migratoria in Europa. Tuttavia, l’Italia si troverà ad affrontare sfide importanti nell’applicazione di queste nuove regole. La quota di domande da esaminare è elevata e richiederà un impegno significativo in termini di risorse umane e finanziarie. L’Italia ha una lunga esperienza nell’accoglienza dei migranti e possiede le competenze per gestire questa sfida, ma è fondamentale che il governo italiano si prepari adeguatamente per garantire un’applicazione efficace e efficiente delle nuove norme. Questa situazione rappresenta anche un’opportunità per l’Italia di ribadire il suo ruolo di Paese leader nell’accoglienza e di promuovere una politica migratoria più solidale e collaborativa a livello europeo.