Allarme UE per la strategia italiana contro la peste suina
L’Eu Veterinary Emergency Team della Commissione Ue ha lanciato un monito all’Italia, affermando che le misure attuate per controllare la peste suina sono insufficienti. In un report elaborato dopo una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna, gli esperti hanno evidenziato la necessità di migliorare la strategia di controllo della malattia nel Nord Italia.
Il report sottolinea la necessità di un piano comune e coordinato per l’intera area, oltre a un urgente “piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia”. Gli esperti temono che l’epidemia si diffonda più rapidamente delle misure adottate e che possa raggiungere la Toscana.
La risposta italiana: una rimodulazione della strategia
Il designato commissario straordinario per la Peste Suina Africana, Giovanni Filippini, ha dichiarato che la nuova struttura commissariale ha dato continuità alle azioni di controllo e gestione dell’emergenza. Ha inoltre annunciato l’elaborazione di una rimodulazione della strategia, in linea con le raccomandazioni degli esperti UE, pronta ad essere trasmessa a Bruxelles.
Criticità evidenziate dagli esperti UE
Il team di esperti UE ha individuato diverse criticità nella strategia italiana, tra cui il debole coordinamento tra le regioni, le risorse limitate per la sorveglianza, il supporto finanziario insufficiente e i problemi tecnici nella costruzione di recinzioni.
Il report evidenzia come ogni regione-provincia adotti misure indipendenti con un minimo coordinamento con i propri vicini. Gli esperti sollecitano un piano coordinato e armonizzato per l’intera area settentrionale, che tenga conto della situazione epidemiologica complessiva, indipendentemente dai confini amministrativi.
Le strategie di controllo: caccia, sorveglianza e recinzioni
Gli esperti hanno sottolineato la difficoltà di ridurre a zero la popolazione dei cinghiali attraverso la caccia, suggerendo un piano ben ponderato e pianificato di strategia di caccia, coordinato a livello centrale da un gruppo di esperti per l’intera area endemica. La caccia, secondo il report, è solo uno strumento e non la soluzione del problema.
Anche la sorveglianza, ritenuta prioritaria, soffre di risorse limitate. Le misure di recinzione, pur potenzialmente efficaci per limitare gli spostamenti dei cinghiali, sono state ritardate da supporto finanziario insufficiente e sfide tecniche. Gli esperti avvertono che se realizzate in ritardo, le recinzioni potrebbero non avere l’effetto desiderato di interrompere la diffusione della Psa nelle aree non infette.
Il report conclude che sono necessarie molte più risorse finanziarie e umane per implementare tempestivamente le recinzioni come misura efficace. Di fronte al rischio di un’ulteriore diffusione dell’epidemia, gli esperti ritengono urgentemente necessario un piano B esteso che includa anche l’Emilia-Romagna e la Toscana.
La necessità di una risposta coordinata e flessibile
La situazione della peste suina in Italia richiede una risposta coordinata e flessibile a livello nazionale. L’approccio regionale frammentato, evidenziato dagli esperti UE, rischia di compromettere l’efficacia delle misure di contenimento. È necessario un piano nazionale che tenga conto della situazione epidemiologica complessiva e che preveda la collaborazione tra le regioni, con un’adeguata allocazione di risorse finanziarie e umane.