L’indagine e gli arresti
Un’indagine della polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia, ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale attiva in provincia di Terni. Il gruppo si occupava di contraffare documenti necessari per il rilascio del permesso di soggiorno e per favorire l’ingresso e la permanenza di stranieri in Italia attraverso il ricongiungimento familiare.
L’operazione, condotta dalla squadra mobile di Terni e dal Servizio centrale operativo, ha portato all’arresto di un egiziano di 30 anni e di un trentaduenne del Bangladesh, entrambi residenti a Terni. I due sono stati posti agli arresti domiciliari per disposizione del gip di Perugia. Un italiano di 58 anni, anch’egli residente a Terni, è stato invece sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti e tre sono accusati di associazione per delinquere. Complessivamente, 25 persone sono state indagate a vario titolo.
L’indagine è partita da una segnalazione dell’ufficio anagrafe del Comune di Terni, che aveva notato un numero ‘frequente e sospetto’ di richieste di residenza o cambio di residenza da parte di stranieri, in prevalenza originari di Pakistan, Afghanistan, Egitto e Iraq, in alcuni appartamenti del centro cittadino.
Il ‘pacchetto completo’ e il tariffario
L’organizzazione criminale offriva un ‘pacchetto completo’ per ottenere il permesso di soggiorno, il rinnovo o il ricongiungimento familiare, al costo di circa 4.000 euro. Il servizio, secondo gli inquirenti, fruttava un compenso che variava a seconda della pratica necessaria per ogni interessato, come una sorta di vero e proprio tariffario.
Le indagini hanno accertato che l’organizzazione era guidata da un egiziano titolare di alcune attività commerciali, che avrebbe consentito a vari extracomunitari di ottenere o rinnovare il titolo di soggiorno, procurando loro locazioni fittizie. In un caso, in un appartamento di 38 metri quadri sono risultati formalmente residenti 14 persone.
Un’organizzazione ben strutturata
L’egiziano, secondo gli inquirenti, riceveva circa 800 telefonate al giorno ed era in grado di far ottenere i documenti necessari per il rilascio del permesso di soggiorno, il rinnovo, la trasformazione in quello di lungo periodo CE e per ottenere il ricongiungimento in Italia con familiari residenti all’estero.
Le indagini hanno evidenziato un’organizzazione ben strutturata, con un network di persone che collaboravano per la falsificazione dei documenti e per l’ottenimento di residenze fittizie.
Il ruolo delle forze dell’ordine
L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Terni e dal Servizio centrale operativo, con il supporto delle questure di Roma, Perugia, Frosinone, Macerata, Ascoli Piceno, L’Aquila, Teramo, Viterbo, Rieti, Grosseto, Siena e del Reparto prevenzione crimine.
L’indagine ha dimostrato l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e gli uffici comunali per contrastare la criminalità organizzata e garantire la sicurezza del territorio.
Il fenomeno dell’immigrazione e la criminalità
Il caso di Terni è solo uno degli esempi di come la criminalità organizzata si avvantaggi del fenomeno dell’immigrazione per lucrare. L’organizzazione smantellata a Terni si inseriva in un contesto di crescente domanda di documenti per il soggiorno in Italia, sfruttando la vulnerabilità di chi cerca di entrare nel paese legalmente. Questo caso evidenzia la necessità di rafforzare i controlli e le misure di contrasto alla criminalità organizzata, ma anche di garantire un’accoglienza dignitosa e un percorso di integrazione per gli immigrati che arrivano in Italia.