Ilva: Governo ignora la Corte di Giustizia e procede con la vendita
Un gruppo di 16 associazioni e comitati, due sindacati e 11 personaggi pubblici, tra cui Alessandro Bergonzoni, Fiorella Mannoia, Romina Power e Michele Riondino, hanno denunciato che il governo, con il bando di gara per la vendita dei beni ex Ilva, sta violando apertamente la sentenza della Corte di Giustizia Europea. La Corte, in un precedente pronunciamento, aveva stabilito che in caso di pericolo grave per la salute e l’ambiente, l’attività dell’Ilva avrebbe dovuto essere sospesa.
Secondo i denuncianti, il governo e i commissari straordinari di Ilva e Acciaierie d’Italia (AdI) stanno procedendo con un’asta per la vendita dei beni, ignorando completamente la sentenza della Corte. Nel bando di gara, si afferma esplicitamente che i commissari stanno ponendo in essere tutte le attività propedeutiche al rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) a garanzia delle esigenze primarie di tutela della salute dei cittadini. Questo, sostengono le associazioni, significa che il governo ammette che attualmente non esiste una valida Aia, scaduta un anno fa, e che la nuova dovrà svolgere le valutazioni sanitarie imposte come obbligatorie dalla Corte di Giustizia.
Il problema, secondo i denuncianti, è che il governo ha l’obbligo di attendere gli esiti degli accertamenti scientifici prima di qualsiasi altra decisione, e non di anticiparli. Non può iniziare una procedura di vendita di un’attività che, all’esito delle valutazioni sanitarie, potrebbe essere sospesa. La Corte di Giustizia europea, concludono le associazioni, è stata lapidaria ed ha attribuito al Tribunale di Milano la competenza a stabilire se gli impianti debbano essere fermati o meno. Chiunque detenga gli impianti, se il Tribunale di Milano accerterà l’attualità di un grave rischio per la salute, dovrà fermarli.
La posizione delle associazioni
Le associazioni denuncianti, tra cui Genitori Tarantini, Peacelink e il sindacato Lavoratori metalmeccanici organizzati-Lmo, sostengono che il governo sta agendo in modo irresponsabile, ignorando la sentenza della Corte di Giustizia e mettendo a rischio la salute dei cittadini. Le associazioni chiedono che il governo si attenga alla sentenza della Corte e che si proceda con gli accertamenti scientifici prima di qualsiasi altra decisione. Chiedono inoltre che il Tribunale di Milano sia incaricato di stabilire se gli impianti debbano essere fermati o meno, in base al rischio per la salute.
Considerazioni personali
La vicenda dell’Ilva è un caso complesso e delicato, che coinvolge interessi economici, ambientali e sociali. La sentenza della Corte di Giustizia Europea è un importante strumento di tutela della salute e dell’ambiente, e il governo ha il dovere di rispettarla. La decisione di procedere con la vendita dei beni ex Ilva senza attendere gli esiti degli accertamenti scientifici è una scelta discutibile, che potrebbe avere conseguenze negative per la salute dei cittadini. È importante che il governo si attenga alla sentenza della Corte e che si proceda con gli accertamenti scientifici prima di qualsiasi altra decisione. La salute dei cittadini deve essere la priorità assoluta.