Lo scioglimento dell’Inadi
L’Argentina ha assistito a un evento significativo con lo scioglimento ufficiale dell’Istituto nazionale contro la discriminazione, la xenofobia e il razzismo (Inadi). La decisione, annunciata dal presidente Javier Milei all’inizio del suo mandato, è stata formalizzata con la pubblicazione del decreto 696/2024 sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto, firmato dal capo dello Stato, è stato emesso nell’ambito di un programma di riduzione delle spese dell’amministrazione pubblica promosso dal governo del leader ultraliberista. Il provvedimento ha il sostegno del capo di Gabinetto, Guillermo Francos, e del ministro della Giustizia, Mariano Cúneo Libarona.
Come stabilito all’articolo 1 del decreto: “L’Istituto nazionale contro la discriminazione, la xenofobia e il razzismo (Inadi), organismo decentrato che opera nell’ambito del ministero della Giustizia, è sciolto”.
La decisione ha suscitato immediate reazioni da parte di organizzazioni per i diritti umani e gruppi sociali, che hanno espresso preoccupazione per le possibili conseguenze negative sulla lotta contro la discriminazione e la promozione dell’inclusione sociale in Argentina.
Le motivazioni dello scioglimento
Lo scioglimento dell’Inadi si inserisce in un contesto di drastica riduzione delle spese dell’amministrazione pubblica promossa dal governo di Milei. Il governo ha giustificato la decisione con la necessità di contenere la spesa pubblica e di riorganizzare l’amministrazione statale. Tuttavia, le critiche non si sono fatte attendere, con molti che hanno accusato il governo di voler indebolire la lotta contro la discriminazione e la xenofobia.
Il governo ha sostenuto che le funzioni dell’Inadi potranno essere assunte da altri enti e istituzioni, garantendo comunque la tutela dei diritti umani. Tuttavia, molti osservatori dubitano che questa riorganizzazione sia sufficiente a garantire un livello di attenzione e di impegno paragonabile a quello dell’Inadi.
Le conseguenze dello scioglimento
Lo scioglimento dell’Inadi potrebbe avere conseguenze significative sulla lotta contro la discriminazione e la xenofobia in Argentina. L’Inadi, istituito nel 1988, ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione dell’uguaglianza e nella tutela dei diritti umani. L’istituto ha promosso campagne di sensibilizzazione, ha offerto assistenza legale e ha svolto attività di ricerca e monitoraggio sulle forme di discriminazione e razzismo.
La sua scomparsa potrebbe indebolire la lotta contro la discriminazione, lasciando vulnerabili gruppi già marginalizzati e discriminati. Inoltre, la mancanza di un ente specifico dedicato alla lotta contro la discriminazione potrebbe rendere più difficile l’identificazione e la denuncia di casi di discriminazione.
Un passo indietro per i diritti umani?
Lo scioglimento dell’Inadi è un evento che suscita preoccupazione. Se da un lato è comprensibile la necessità di contenere la spesa pubblica, dall’altro è importante non trascurare la lotta contro la discriminazione e la xenofobia. La tutela dei diritti umani è un valore fondamentale in una società democratica, e la scomparsa di un ente dedicato a questa causa potrebbe avere conseguenze negative per la società argentina. Sarà interessante osservare come il governo gestirà la lotta contro la discriminazione in futuro, e se le altre istituzioni saranno in grado di svolgere il ruolo che era dell’Inadi.