Un nuovo modello per la disinformazione
La diffusione della disinformazione online non è un processo passivo come la propagazione di una malattia, ma piuttosto una reazione a catena che ricorda la fissione nucleare. Questo è quanto emerge da un nuovo modello matematico sviluppato da ricercatori della Shandong Normal University in Cina, pubblicato sulla rivista Aip Advances.
Tradizionalmente, i modelli matematici utilizzati per studiare la diffusione della disinformazione si basavano su modelli epidemiologici. Questi modelli, però, non considerano i cambiamenti comportamentali e psicologici degli utenti, né l’impatto di eventi esterni sulla diffusione delle dicerie.
La metafora nucleare
Il nuovo modello, invece, si basa su una metafora nucleare: le notizie false online sono paragonate ai neutroni, le particelle subatomiche che innescano la fissione nucleare, mentre gli utenti del web sono come i nuclei di uranio. L’interazione tra questi due elementi determina la propagazione della notizia.
Se un utente è razionale e critico, la notizia non verrà ritrasmessa, come se il nucleo di uranio non fosse in grado di subire la fissione. Al contrario, se l’utente è influenzabile e non verifica le informazioni, la notizia si diffonde come una reazione a catena.
L’importanza dell’istruzione
Secondo gli autori dello studio, l’entità della propagazione delle notizie false è strettamente correlata alla proporzione di utenti razionali. In altre parole, maggiore è il livello di istruzione, più facile è mettere in discussione le voci e riconoscere le informazioni false.
Questo modello fornisce un nuovo punto di vista sulla lotta alla disinformazione online, evidenziando l’importanza di promuovere l’educazione digitale e la capacità critica degli utenti. Inoltre, la metafora nucleare offre un modo efficace per comunicare il pericolo della disinformazione e la necessità di agire in modo responsabile online.
Un’analisi approfondita
Questo studio offre un’analisi approfondita e innovativa sulla diffusione della disinformazione online, superando i limiti dei modelli tradizionali. La metafora nucleare, pur essendo suggestiva, ci ricorda che la responsabilità di contrastare la disinformazione non è solo di governi e istituzioni, ma anche di ogni singolo utente. L’educazione e la capacità critica sono le armi più potenti per combattere la proliferazione di notizie false.