La bufala social e la reazione del Quirinale
Un post pubblicato su Facebook il 27 giugno, giorno del 44esimo anniversario della strage di Ustica, accusava il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di aver prorogato il segreto di Stato sui documenti relativi al caso. Il post, che si è diffuso rapidamente sui social, conteneva affermazioni false e ha scatenato una reazione immediata da parte del Quirinale. Il Colle ha definito “ignobile e vergognoso” la diffusione di tali menzogne e ha segnalato la bufala alle autorità competenti.
L’indagine della Procura di Roma
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per indagare sulla vicenda. L’autore del post, il giornalista no vax Matteo Gracis, è indagato per i reati di offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e di diffusione di notizie false. La Polizia postale ha già avviato le verifiche sull’account di Gracis e sugli utenti che hanno rilanciato la fake news.
Le scuse di Gracis
Dopo la diffusione della notizia e la reazione del Quirinale, Gracis ha pubblicato delle scuse sui suoi canali social, ammettendo di aver commesso un errore e chiedendo scusa ai suoi lettori. Ha riconosciuto le inesattezze e le imprecisioni contenute nel suo post e si è detto pronto ad assumersi le responsabilità delle sue azioni.
La pericolosità delle fake news
La vicenda della fake news sulla strage di Ustica evidenzia la pericolosità della diffusione di notizie false, soprattutto quando si tratta di eventi delicati e dolorosi come la strage di Ustica. La diffusione di informazioni non verificate può contribuire a creare confusione e disinformazione, alimentando tensioni e pregiudizi. È fondamentale, quindi, adottare un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni che si trovano online e verificare sempre la fonte prima di condividere un contenuto.