Presidio notturno dei Radicali a Torino
I Radicali Italiani hanno organizzato un presidio notturno davanti al carcere Lorusso e Cutugno di Torino per denunciare il sovraffollamento della struttura e chiedere al governo di intervenire. Il presidio, durato l’intera notte, è stato organizzato da Igor Boni, che ha spiegato le ragioni della protesta: “Il governo deve intervenire, il Parlamento deve legiferare per ridurre il sovraffollamento inaccettabile di queste strutture”.
La richiesta di uno speciale televisivo
Boni ha anche chiesto alla Rai di dedicare uno speciale in prima serata al tema del carcere: “Chiediamo alla Rai, al servizio pubblico, al radiotelevisivo, uno speciale carcere in prima serata dedicando ore di tempo ad approfondimenti e a notizie che diano agli italiani conoscenza e contezza di che cosa accade dietro le sbarre”, ha detto. “Perché di preconcetti sono pieni i nostri telegiornali e le dichiarazioni dei nostri politici che sfruttano e lucrano sulla pelle di questi disperati”.
Un omaggio ai detenuti e agli agenti di polizia penitenziaria
I Radicali hanno appiccicato alle loro auto cartelli con i nomi dei detenuti, per rendere omaggio a “persone, magari che hanno attraversato il mare, il deserto, per raggiungere una fortuna che non hanno trovato, perché hanno trovato magari la criminalità e hanno trovato le carceri, hanno trovato ulteriori violazioni dei diritti dopo quelle che hanno subito”. Boni ha sottolineato che “la gran parte di loro sono stranieri, molti però sono anche italiani, alcune sono donne. Si sono suicidati in questa struttura, in questo carcere che abbiamo qua di fianco”, spiegando che si tratta di 62 persone. “Ma è importante sottolineare che sono sette gli agenti di polizia penitenziaria che si sono suicidati: sono i lavoratori che fanno il lavoro più soggetto al rischio suicidario. Siamo qui anche per loro, perché le violazioni dei loro diritti sono la violazione dei diritti di tutti i cittadini italiani e tutti i cittadini italiani dovrebbero essere qui con noi a chiedere a un Paese che dovrebbe essere democratico e civile di smetterla di nascondere la disperazione e la povertà sotto i tappeti”.
Il sovraffollamento nelle carceri italiane
Il sovraffollamento nelle carceri italiane è un problema cronico. Secondo i dati del ministero della Giustizia, al 31 dicembre 2022, la popolazione carceraria in Italia era di 53.284 persone, a fronte di una capienza di 48.858 posti letto. Questo significa che il tasso di sovraffollamento è del 109%. Il sovraffollamento ha un impatto negativo sulle condizioni di vita dei detenuti, che spesso sono costretti a dormire in letti a castello, in celle sovraffollate e con scarsa igiene. Il sovraffollamento aumenta anche il rischio di violenza e di suicidi.
Le cause del sovraffollamento
Le cause del sovraffollamento sono molteplici. Tra le principali si possono citare: l’aumento della popolazione carceraria, la carenza di personale penitenziario, la lentezza della giustizia, la mancanza di alternative alla detenzione. Il sovraffollamento è un problema complesso che richiede soluzioni a lungo termine. Il governo italiano ha messo in atto alcune misure per affrontare il problema, come l’aumento del numero di posti letto nelle carceri e l’introduzione di misure alternative alla detenzione. Tuttavia, il problema del sovraffollamento rimane un problema serio che richiede un’azione concertata di tutti gli attori coinvolti.
Considerazioni
Il presidio dei Radicali Italiani davanti al carcere Lorusso e Cutugno di Torino solleva un problema cruciale del sistema carcerario italiano: il sovraffollamento. Le parole di Igor Boni evidenziano la necessità di un’azione urgente da parte del governo e del Parlamento per affrontare questa situazione critica. L’appello alla Rai per la realizzazione di uno speciale televisivo sul tema del carcere è un’iniziativa lodevole che potrebbe contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e a promuovere un dibattito più ampio e consapevole. La scelta di ricordare i nomi dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria che si sono suicidati sottolinea il dramma umano che si cela dietro le mura del carcere e la necessità di un approccio più umano e rispettoso dei diritti di tutti coloro che sono coinvolti nel sistema carcerario.