Un viaggio poetico nel cuore di Roma
“Saprò dire il tuo nome”, il nuovo libro di Massimiliano Coccia, giornalista de Linkiesta basato a Bruxelles e già autore di “Amen”, rappresenta un’inusuale svolta nella sua carriera letteraria. Da cronista giudiziario a poeta, Coccia si addentra in un mondo di versi, con una scelta che lo porta a esplorare il suo legame profondo con Roma, una città che ha fatto da sfondo al suo lavoro e alla sua vita.
Trenta poesie, come recita il sottotitolo del libro, compongono una raccolta che si presenta come un’indagine introspettiva, dove luoghi ed emozioni si fondono in un’unica, potente esperienza. La Roma di Coccia è una città estiva e torrida, un palcoscenico dove si intrecciano storie di vita, di amore, di dolore e di speranza.
La scelta di raccontare la città attraverso la poesia è un gesto coraggioso, che dimostra la profonda sensibilità di Coccia. L’autore non si limita a descrivere la realtà, ma la interpreta, la rielabora, la trasforma in un’opera d’arte che tocca il cuore del lettore.
Un’indagine sulla non comunicabilità e l’amore
Le poesie di Coccia si presentano come un’indagine sulla non comunicabilità, un tema che emerge con forza dalla sua esperienza di cronista giudiziario. La Roma di Coccia è una città dove la violenza, la criminalità e la solitudine sono all’ordine del giorno. In questo contesto, la poesia diventa un mezzo per cercare di dare voce a chi non ha voce, per esprimere il dolore e la sofferenza che si celano dietro le facciate della città.
Ma la poesia di Coccia non è solo un’esplorazione della sofferenza. È anche una ricerca di amore, di speranza, di redenzione. L’amore, per Coccia, è un’amnistia, una forza che può riscattare l’uomo dalla sua condizione di solitudine e di disperazione.
La scelta di ambientare le sue poesie nel Verano, il cimitero dei romani, è un segno di questa ricerca di redenzione. Il Verano è un luogo di memoria, di riflessione, di confronto con la vita e con la morte. È un luogo dove i vivi e i morti sembrano dialogare, dove l’amore arriva come una promessa di salvezza.
Una nuova voce nel panorama poetico
“Saprò dire il tuo nome” è un libro che si distingue per la sua originalità e la sua sincerità. La poesia di Coccia è una poesia che nasce dall’esperienza, dalla vita, dalla città. È una poesia che non si nasconde dietro i tecnicismi e le astrazioni, ma che si lascia guidare dalla voce del cuore.
Come scrive Daniele Mencarelli nella prefazione, “Di poeti simili ne ha bisogno il nostro panorama, di voci libere, sincere”. Coccia, con la sua poesia, offre un’interpretazione autentica e personale della realtà, un’interpretazione che si affranca dai cliché e dai luoghi comuni, per aprire nuovi orizzonti alla poesia italiana.
Un’analisi critica
“Saprò dire il tuo nome” rappresenta un’opera significativa che arricchisce il panorama poetico italiano. La scelta di Coccia di abbandonare il giornalismo per dedicarsi alla poesia, pur mantenendo una forte connessione con la sua esperienza di cronista giudiziario, è un gesto coraggioso e originale. La sua poesia, che si nutre di un’intensa riflessione sulla non comunicabilità e sul potere salvifico dell’amore, offre una prospettiva autentica e personale sulla realtà, aprendo nuovi orizzonti alla poesia italiana.