L’uccisione dell’orsa Kj1
La Provincia di Trento ha confermato l’uccisione dell’orsa Kj1, avvenuta questa mattina. L’esecuzione del decreto di abbattimento, firmato dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, è stata portata a termine da una squadra del Corpo forestale trentino. L’animale è stato localizzato nei boschi sopra Padaro di Arco grazie al radiocollare che indossava.
Kj1 era stata classificata come “esemplare pericoloso” secondo la scala del Pacobace, con un “alto rischio” di interazione con l’uomo. L’Ispra aveva confermato la necessità di rimuovere l’orsa al più presto.
L’animale era risultato responsabile di almeno sette interazioni con l’uomo, l’ultima delle quali risale allo scorso 16 luglio, quando ha attaccato un escursionista.
La decisione di abbattimento
La decisione di abbattere l’orsa Kj1 è stata presa in seguito a una serie di incidenti con l’uomo. L’animale era stato avvistato in diverse occasioni in prossimità di centri abitati e aveva mostrato comportamenti aggressivi. La Provincia di Trento ha ritenuto che l’abbattimento fosse l’unica soluzione per garantire la sicurezza della popolazione.
La decisione ha suscitato diverse reazioni, con alcuni che hanno espresso sostegno alla scelta della Provincia, altri che hanno criticato la scelta di non adottare misure alternative, come la cattura e la reintroduzione in un’area protetta.
Considerazioni sull’abbattimento dell’orsa Kj1
L’abbattimento dell’orsa Kj1 solleva un dibattito complesso sulla coesistenza tra uomo e fauna selvatica. La sicurezza della popolazione è un fattore fondamentale da considerare, ma è importante anche preservare la biodiversità e il ruolo degli animali nell’ecosistema. È necessario trovare un equilibrio tra la tutela della sicurezza umana e la conservazione della fauna selvatica, attraverso un approccio che tenga conto di tutte le variabili e che coinvolga la comunità locale.