Un’immagine distorta rivela un segreto cosmico
Grazie a un’immagine distorta e amplificata da un fenomeno di lente gravitazionale, un team internazionale di astronomi ha svelato il mistero che avvolgeva la galassia PJ0116-24, un oggetto celeste così lontano che la sua luce ha impiegato circa 10 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Le osservazioni combinate del Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory e del telescopio Alma, entrambi in Cile, hanno rivelato la causa dell’incredibile luminosità di questa galassia. “L’effetto lente gravitazionale la rende un anello quasi perfetto”, commenta Filippo Mannucci dell’Osservatorio Inaf di Arcetri, uno degli autori dello studio. “Oggetti simili a questo hanno sempre mostrato la presenza dello scontro tra due galassie.”
Un’inusuale fonte di luminosità
Lo studio, guidato dall’Istituto Max Planck per la Fisica Extraterrestre di Garching, in Germania, e pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, ha dimostrato che la luminosità di PJ0116-24 non è dovuta a una fusione galattica, come si pensava in precedenza. Invece, la causa è un rapido afflusso di gas verso il centro della galassia, che alimenta la formazione di nuove stelle a un ritmo impressionante. “Al contrario, PJ0116-24 sembra costituita da un disco stellare simile a quelli scoperti e studiati nell’universo locale – dice Mannucci – dimostrando che questo livello di luminosità e simili tassi di formazione stellare possono essere raggiunti anche senza fusioni.”
Nuove prospettive sulla formazione galattica
Questa scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione della formazione delle galassie. Finora, si pensava che le galassie iperluminose si formassero solo in seguito a fusioni galattiche, eventi drammatici che portano alla collisione e alla fusione di due o più galassie. L’osservazione di PJ0116-24 dimostra che questo non è sempre il caso e che la formazione stellare intensa può essere alimentata anche da altri meccanismi. “La scoperta di PJ0116-24 apre nuove prospettive sulla formazione di galassie iperluminose”, spiega Daizhong Liu, il primo autore dello studio. “Ora sappiamo che questi oggetti possono formarsi anche senza fusioni galattiche, il che ci aiuta a comprendere meglio l’evoluzione delle galassie nel cosmo.”
L’evoluzione delle galassie
Questa scoperta ci offre un nuovo tassello per comprendere l’evoluzione delle galassie nel cosmo. La scoperta di una galassia iperluminosa che non è nata da una fusione galattica apre nuove strade di ricerca, invitandoci a rivalutare le teorie consolidate e a esplorare nuovi meccanismi di formazione stellare. La ricerca continua a svelare i segreti dell’universo, offrendoci una visione sempre più completa della sua complessa e affascinante storia.