La corsa al Cda Rai: Fratelli d’Italia vuole chiudere entro la settimana
La partita per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Rai si fa serrata. Fratelli d’Italia, stanco dell’impasse con la Lega sulla nomina del presidente e del direttore generale, spinge per un voto immediato, auspicando la chiusura entro la pausa estiva. In contrasto con la maggioranza, che vorrebbe rinviare tutto a settembre, l’ipotesi che sta prendendo piede è quella di un voto congiunto di Camera e Senato già mercoledì sera. Il partito di Giorgia Meloni vorrebbe che anche la votazione in Commissione di Vigilanza, che deve confermare con la maggioranza dei 2/3 la scelta del presidente da parte del Cda, avvenisse prima dell’estate. In caso di voto contrario della Lega in Vigilanza, non si esclude un ‘soccorso’ da parte delle opposizioni.
Lo schema di Fratelli d’Italia: Agnes alla presidenza, Rossi come Ad
Secondo quanto si apprende, lo schema a cui starebbe lavorando Fratelli d’Italia prevede la nomina di Simona Agnes alla presidenza del servizio pubblico e di Giampaolo Rossi come Ad, al posto di Roberto Sergio. Alla Lega spetterebbe un consigliere.Il Carroccio, tuttavia, spinge per l’indicazione del direttore generale e molti suoi esponenti sono convinti che uno tra l’attuale direttore della produzione Marco Cunsolo e il direttore di Rai Pubblicità Maurizio Fattaccio alla fine la spunterà.
Il piano B per la presidenza e il ruolo dei dem
Si vocifera anche di un piano B per la presidenza, pronto in caso di problemi sulla ratifica di Agnes in Vigilanza. La maggioranza può contare su 24 voti, altri due voti dall’opposizione sono dati per scontati, ma servirebbe il soccorso dei due membri di Italia Viva per arrivare a quota 28. In caso contrario, la maggioranza potrebbe indicare un nome super partes gradito al Pd per allargare il consenso.Anche per questo, gli occhi sono puntati sulle scelte dei dem, che come consigliere potrebbero indicare uno tra Antonio Di Bella e Roberto Natale, ma non hanno ancora sciolto le riserve. M5S dovrebbe confermare Alessandro Di Majo, la Lega eleggere Alessandro Casarin, più che Antonio Marano, e Fdi Valeria Falcone.
Le parole di Floridia e la replica di Paita
La presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia (M5S), ha sottolineato la necessità di una nuova legge che cancelli quella di Renzi del 2015 e che rispetti i principi imposti dall’Unione Europea. “Dopo l’estate – è il suo appello – ci si sieda al tavolo e si ragioni seriamente su questo”.Matteo Renzi, tirato in ballo da più parti per la sua riforma, ha affidato a Raffaella Paita il compito di replicare. Paita ha ricordato che la legge sulla Rai approvata dal Parlamento “non è una norma usata dal governo Renzi, ma da tre governi: il governo Conte 1 nel 2018, il governo Draghi nel 2021, il governo Meloni nel 2023”. Quindi aggiunge: “Renzi non ha mai nominato il capo della Rai. Conte, Draghi e Meloni sì”.
La controreplica della Lega e il nodo della libertà di stampa
La Lega in Vigilanza ha replicato a Renzi, definendo la sua affermazione “la battuta dovuta al caldo di fine luglio”. “É bizzarro dover ricordare a IV la scelta caduta sul nuovo acquisto della BBC, Marinella Soldi, che ha annunciato l’addio alla TV pubblica italiana rischiando di portarsi via segreti industriali di un’azienda nella quale proprio il partito di Renzi l’aveva sostenuta”.Nel frattempo, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha scritto alla numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per assicurare che in Italia non c’è alcun rischio per la libertà di stampa e che da parte del suo governo non c’è stata alcuna “occupazione della Rai”.
Il futuro della Rai in bilico: un nodo politico e culturale
La corsa per il rinnovo del Cda Rai si configura come una partita politica e culturale di grande rilevanza. La scelta del nuovo presidente e del direttore generale influenzerà profondamente il futuro del servizio pubblico, con implicazioni dirette sulla programmazione, sulla linea editoriale e sull’indipendenza del mezzo di comunicazione. È importante che il processo di nomina avvenga in modo trasparente e democratico, garantendo la pluralità di opinioni e la libertà di stampa. La nuova legge sulla Rai proposta da Floridia potrebbe rappresentare un’occasione per ripensare il ruolo del servizio pubblico in un contesto mediatico in continua evoluzione.