Un’insolita collaborazione per la salvaguardia delle tartarughe marine
Un’iniziativa inedita unisce la tutela ambientale alla riabilitazione sociale: i detenuti dell’ex isola carcere di Pianosa saranno impegnati nella sorveglianza delle nascite delle tartarughe marine Caretta caretta. Un protocollo d’intesa tra Legambiente Arcipelago Toscano e la direzione della Casa di reclusione di Porto Azzurro (Livorno) ha dato vita a questo progetto, che mira a tutelare l’eccezionale numero di nidificazioni di tartarughe marine registrate nella spiaggia di Cala Giovanna. In poco più di un mese, ben 6 nidi sono stati individuati in 250 metri di arenile.
Un’opportunità di crescita e di contatto con la natura
Sette detenuti, beneficiari del lavoro all’esterno della sezione autonoma di Pianosa del carcere di Porto Azzurro, hanno partecipato ad un corso di formazione specifico, guidati da Isa Tonso, responsabile del progetto per la protezione delle tartarughe marine di Legambiente Arcipelago Toscano e del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Il loro compito sarà quello di controllare i nidi e le eventuali schiuse, che inizieranno ad agosto, prima dell’arrivo dei visitatori dall’Elba. Il corso di formazione ha evidenziato la grande predisposizione dei detenuti verso la tematica, dimostrando una profonda conoscenza della vita e delle abitudini delle tartarughe marine. “E’ stato molto facile fare questo corso – sottolinea Tonso – mi sono trovata di fronte persone molto preparate e documentate sulla vita e le abitudini delle tartarughe marine, che non avranno difficoltà a trovare le minuscole e innumerevoli tracce lasciate dalle piccole pinne delle tartarughine che usciranno dal nido per percorrere la sabbia chiara di Pianosa e tuffarsi nel suo Mare trasparente e pieno di vita”.
Un progetto di riabilitazione sociale e di tutela ambientale
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla direttrice della casa di reclusione di Porto Azzurro, dottoressa Martina Carducci, che vede in questo progetto un’opportunità di crescita umana e sociale per i detenuti. L’impegno in questa operazione di volontariato ambientale rappresenta un momento di contatto con la natura e di responsabilizzazione per i partecipanti. Legambiente Arcipelago Toscano esprime la sua gratitudine per la collaborazione e la sensibilità dimostrata dalla direzione del carcere.
Un modello di collaborazione e di riabilitazione
Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, associazioni ambientaliste e sistema penitenziario. L’impegno dei detenuti nella tutela delle tartarughe marine non solo contribuisce alla salvaguardia di una specie vulnerabile, ma offre anche un’opportunità di crescita personale e di reinserimento sociale. La possibilità di lavorare a contatto con la natura e di contribuire a un progetto di tutela ambientale può favorire la riabilitazione dei detenuti, promuovendo un senso di responsabilità e di appartenenza alla comunità.