Condanna per Pedopornografia
Un operatore di un’associazione culturale di 40 anni, residente in provincia di Gorizia, è stato condannato a due anni di reclusione senza concessione della condizionale per aver filmato segretamente cinque bambine di età compresa tra 7 e 9 anni. L’uomo, che era agli arresti domiciliari dal novembre scorso, è stato accusato di produzione di materiale pedopornografico. La condanna è stata patteggiata davanti al Gip Luigi Dainotti.
L’educatore ha filmato le bambine mentre utilizzavano i bagni durante le attività estive organizzate dall’associazione a Farra d’Isonzo (Gorizia) e, in un caso, in provincia di Udine. Oltre alla pena detentiva, l’uomo è stato condannato a due anni di interdizione dai pubblici uffici, all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori. È stato inoltre condannato a una pena pecuniaria di 9mila euro.
La condanna è stata emessa dopo un’inchiesta coordinata dalla pm Lucia Baldovin e condotta dai Carabinieri della compagnia di Gradisca e dalla Guardia di finanza di Gorizia. Le indagini sono state avviate nel 2023 a seguito di una segnalazione da parte di una delle bambine, che si è accorta della presenza di un telefono cellulare che stava registrando nel bagno della struttura scolastica in cui si svolgevano le attività del centro estivo.
Preoccupazione dei Genitori
I genitori delle bambine sono “indignati e devastati” dalla notizia della condanna. Essi temono che i video registrati possano circolare e si riservano di valutare se procedere civilmente. Non è ancora chiaro la destinazione del materiale registrato.
L’Indagine
Le indagini sono state avviate nel 2023 dopo che una delle bambine ha segnalato la presenza di un telefono cellulare che stava registrando nel bagno della struttura scolastica in cui si svolgevano le attività del centro estivo. L’uomo è stato arrestato a novembre dello stesso anno e posto agli arresti domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dalla pm Lucia Baldovin e condotta dai Carabinieri della compagnia di Gradisca e dalla Guardia di finanza di Gorizia.
Un Atto Inaccettabile
Questo caso evidenzia la gravità del problema della pedopornografia e la necessità di una maggiore attenzione e protezione dei bambini. È inaccettabile che un educatore, una figura che dovrebbe essere di riferimento per i minori, si renda responsabile di un atto così grave. La condanna è un passo importante per tutelare i bambini e per punire chi commette reati di questo tipo. È fondamentale che vengano rafforzati i controlli e le misure di prevenzione per evitare che simili episodi si ripetano.