Estensione del termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese
Il ddl concorrenza prevede l’estensione del termine da 5 a 7 anni in cui una società può permanere nella sezione speciale del registro delle imprese per le start-up, ma solo nel caso in cui rientri nell’ambito di attività economiche considerate strategiche ai sensi della disciplina del golden power. Questa modifica potrebbe apportare benefici per le startup, ma permangono incertezze interpretative sulla normativa del golden power e l’estensione del suo ambito di applicazione, anche nel caso di società controllate interamente da soggetti italiani.
Obbligo di investimento in fondi di Venture capital per gli enti di previdenza
Il ddl introduce l’obbligo per gli enti di previdenza obbligatoria di destinare una quota minima del 2% degli investimenti a fondi di Venture capital. Questa misura è considerata positiva perché permetterà ai fondi di disporre di somme maggiori per investire nel tessuto imprenditoriale italiano. Tuttavia, gli enti previdenziali dovranno adattarsi a questo nuovo tipo di investimento, poiché non sono abituati a questo tipo di operazioni.
Un passo avanti, ma con limiti
L’approvazione di queste misure è sicuramente un passo avanti per il sostegno alle startup italiane, ma l’impatto complessivo dell’intervento è modesto. La limitazione dell’estensione del termine di permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese al solo caso di attività strategiche e l’incertezza interpretativa sulla normativa del golden power potrebbero limitare l’efficacia della misura. Inoltre, l’obbligo di investimento in fondi di Venture capital per gli enti di previdenza potrebbe non essere sufficiente a garantire un flusso costante di capitali per le startup. È necessario che il governo continui a lavorare per creare un ambiente più favorevole per le startup italiane, con misure più incisive e un quadro normativo più chiaro e stabile.