Il grido dalla prigione: le donne iraniane in lotta per la libertà
Taghi Rahmani, giornalista, attivista iraniano e docente universitario, ha lanciato un appello accorato per la libertà delle donne iraniane durante la serata inaugurale de “Il libro possibile” a Vieste (Foggia). Rahmani, arrestato 14 volte in Iran e ora esule in Francia, ha portato la voce di sua moglie, la Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi, attualmente detenuta in Iran.
“Quello che leggete in questo libro (‘Più ci rinchiudono più diventiamo forti. Voci di donne iraniane in lotta per la libertà’) non appartiene al passato. È ciò che avviene oggi nelle carceri iraniane”, ha affermato Rahmani, denunciando le torture e le condanne a morte inflitte alle donne iraniane.
Rahmani ha sottolineato l’importanza di far conoscere la situazione dell’Iran nel mondo, dove le donne subiscono una discriminazione di genere nonostante un alto livello di istruzione. “In Iran, il livello di istruzione universitaria delle donne è superiore a quello degli uomini, ma subiscono una discriminazione di genere. Molti mestieri, come il giudice o il presidente della Repubblica, non si possono fare”, ha spiegato.
La battaglia per la giustizia e la libertà
Rahmani ha denunciato l’uso di metodi di tortura per ottenere confessioni forzate, utilizzate poi nei tribunali per emettere sentenze severe, tra cui la condanna a morte. “Il metodo di tortura per portare i detenuti a confessare anche cose non commesse che vengono usate nei tribunali contro di loro. Tribunali che emettono sentenze molto severe come la condanna a morte”, ha affermato.
Il giornalista e attivista ha sottolineato la necessità di far conoscere a livello mondiale la pratica della condanna a morte, non solo in Iran, ma anche in altre parti del mondo. “Per questo è importante che la pratica della condanna a morte venga conosciuta a livello mondiale perché non viene praticata solo in Iran, ma in altre parti del mondo”, ha concluso.
‘Il libro possibile’ a Vieste: un’occasione di riflessione e dialogo
La serata inaugurale de “Il libro possibile” a Vieste ha offerto un’occasione di riflessione e dialogo su temi importanti come i diritti umani, la libertà e la giustizia. L’evento, che si terrà per cinque giorni, ospiterà personalità di spicco in diversi settori, dalla politica alla cultura, passando per i diritti umani e la sanità, con un unico filo conduttore: l’amore.
“Where is the love?”, hit musicale del 2003 firmata dalla band americana Black Eyed Peas, è stata scelta come manifesto dell’evento, un brano che chiedeva dove fosse finito l’amore in una società dominata da guerre e denaro. L’evento, con il suo focus sull’amore, si propone di promuovere il dialogo e la comprensione tra culture diverse.
La lotta per i diritti delle donne iraniane: un’urgenza globale
La testimonianza di Taghi Rahmani è un forte monito sulla situazione delle donne iraniane, che vivono in un contesto di oppressione e violazione dei diritti umani. La sua denuncia delle torture e delle condanne a morte nelle carceri iraniane è un grido d’allarme che non può essere ignorato. La lotta per la libertà e la giustizia delle donne iraniane è un’urgenza globale che richiede l’attenzione e l’impegno di tutti. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni per la difesa dei diritti umani in Iran, per la fine delle torture e delle condanne a morte, e per la promozione dell’uguaglianza di genere.