L’Italia deferita alla Corte Ue per l’assegno unico
La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per una presunta violazione del diritto Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale e di libera circolazione. La questione riguarda l’assegno unico e universale per i figli a carico, introdotto in Italia nel 2022, e la sua applicazione nei confronti dei lavoratori mobili provenienti da altri Paesi Ue.
Secondo Bruxelles, l’Italia starebbe discriminando i lavoratori mobili che non risiedono in Italia per almeno due anni o i cui figli non risiedono in Italia, negando loro l’accesso all’assegno unico. La Commissione considera questa restrizione una violazione del principio di libera circolazione dei lavoratori e del diritto Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale.
La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte Ue dopo aver avviato una procedura di infrazione nel 2022 e non aver ricevuto una risposta soddisfacente da parte del governo italiano. La Corte Ue ora dovrà esaminare il caso e decidere se l’Italia ha effettivamente violato il diritto Ue.
Il diritto Ue sulla libera circolazione e il coordinamento della sicurezza sociale
Il diritto Ue sulla libera circolazione dei lavoratori garantisce ai cittadini di tutti gli Stati membri il diritto di lavorare in qualsiasi altro Stato membro senza discriminazioni. Questo principio è fondamentale per la costruzione di un mercato unico europeo e per la promozione della mobilità dei lavoratori.
Il coordinamento della sicurezza sociale, invece, riguarda le regole che disciplinano l’applicazione delle legislazioni nazionali in materia di sicurezza sociale nei confronti dei cittadini di altri Stati membri che si spostano all’interno dell’Ue. Questo sistema garantisce che i cittadini che si spostano in un altro Stato membro per lavorare o per altri motivi non perdano i loro diritti alla sicurezza sociale.
In questo caso, la Commissione europea ritiene che l’Italia stia violando entrambi questi principi con la sua restrizione all’assegno unico per i figli a carico. La Commissione sostiene che l’Italia dovrebbe garantire l’accesso all’assegno unico a tutti i lavoratori mobili, indipendentemente dalla loro residenza o dalla residenza dei loro figli.
Le possibili conseguenze per l’Italia
Se la Corte Ue dovesse dare ragione alla Commissione, l’Italia potrebbe essere condannata a pagare una multa e a modificare la sua normativa sull’assegno unico per renderla conforme al diritto Ue. La Corte potrebbe anche ordinare all’Italia di rimborsare i lavoratori mobili che sono stati discriminati a causa della restrizione all’assegno unico.
Questo caso solleva importanti questioni sulla libera circolazione dei lavoratori e sul coordinamento della sicurezza sociale all’interno dell’Ue. La Corte Ue avrà un ruolo cruciale nel definire i limiti della legislazione nazionale in materia di prestazioni sociali e nel garantire che i cittadini di tutti gli Stati membri possano beneficiare dei diritti previsti dal diritto Ue.
L’importanza della libera circolazione dei lavoratori
La libera circolazione dei lavoratori è un principio fondamentale dell’Unione Europea e rappresenta un pilastro del mercato unico. La possibilità di lavorare in qualsiasi Stato membro senza discriminazioni è un diritto fondamentale per i cittadini europei e contribuisce alla crescita economica e sociale dell’Unione. Questo caso dimostra che la libera circolazione dei lavoratori è un principio che va tutelato e che non può essere limitato da legislazioni nazionali che discriminano i lavoratori mobili.