L’infrastruttura per l’eolico offshore è in costruzione, ma non è ancora sufficiente
L’Italia sta investendo nell’eolico offshore, ma per garantire lo sviluppo del settore è necessario un’infrastruttura adeguata. Secondo Simone Togni, presidente di Anev (l’associazione delle imprese dell’eolico), i due porti previsti dal Decreto Energia per la costruzione delle piattaforme galleggianti non saranno sufficienti. “Ne serviranno almeno 4, forse 6”, ha affermato Togni, sottolineando l’importanza di avere anche porti dedicati alla manutenzione degli impianti. Oltre ai porti, è necessario sviluppare l’intera catena di approvvigionamento, dalla produzione di acciaio alla lavorazione dei floater, delle palificazioni e delle pale.
L’eolico offshore nel Mediterraneo: un’opportunità per l’industria italiana
Togni ha evidenziato che l’eolico offshore sta finalmente disegnando un comparto industriale in Italia, che può seguire l’applicazione marina di una tecnologia matura. In particolare, nel Mediterraneo l’eolico dovrà assumere la forma dell’eolico flottante. Per sfruttare appieno questa opportunità, è fondamentale avere un quadro normativo stabile e di lungo periodo, che offra certezze agli investitori e alle imprese.
La necessità di un piano di sviluppo per evitare gli errori del passato
Togni ha sottolineato l’importanza di evitare gli errori commessi con il fotovoltaico, che ha visto una crescita impetuosa ma non controllata, senza un reale beneficio per l’industria italiana. Per l’eolico offshore, Anev ha indicato un obiettivo di 11 Gigawatt al 2040. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un Decreto Fer2 (il decreto del Mase con gli incentivi per le rinnovabili innovative) e un quadro di sviluppo della parte infrastrutturale. “Se non lo faremo, rischiamo di ripetere gli errori del passato”, ha avvertito Togni.
I numeri dell’eolico offshore: un settore in forte crescita
L’eolico offshore è un settore in forte crescita, con numeri importanti previsti per il futuro. Il Fer2 prevede 3,8 Gigawatt per questa tecnologia, mentre il Pniec (il piano nazionale energia) punta a 2 Gigawatt al 2030. Già questi ultimi numeri rappresenterebbero una grande opportunità per l’industria italiana, con una lavorazione di acciaio equivalente a quella utilizzata in Italia per altri scopi. Un raddoppio di questi numeri avrebbe un impatto ancora maggiore.
L’importanza di una pianificazione strategica per lo sviluppo dell’eolico offshore
L’Italia ha l’opportunità di diventare un leader nell’eolico offshore, ma è fondamentale che il governo e le imprese lavorino insieme per creare un’infrastruttura adeguata e un quadro normativo stabile. Un approccio strategico e lungimirante è necessario per evitare gli errori del passato e per garantire che l’eolico offshore contribuisca alla crescita economica e alla transizione energetica del paese.