‘Parthenope’: un film sulla giovinezza e il presente
Paolo Sorrentino ha scelto il Giffoni Film Festival per presentare al pubblico alcune scene del suo nuovo film, “Parthenope”, in uscita nelle sale il 24 ottobre. Il regista ha sottolineato che il film è un’esplorazione della giovinezza, di cosa significa essere giovani e di come si costruisce il futuro e il passato in quegli anni cruciali.
“Essere giovani è una grande responsabilità”, ha affermato Sorrentino, “perché quando si è giovani si sta costruendo il futuro e al tempo stesso il proprio passato: quello che ricorderemo nella maniera più vivida, malinconica, luminosa e raggiante.”
Il regista ha mostrato una scena in particolare, che ritrae un abbraccio intenso tra tre ragazzi, sottolineando come quella scena incarni un momento di puro presente, “in cui come diceva Sandro Penna si è talmente vivi che così vivi non si può”.
“Questa scena descrive uno di quei momenti in cui si è giovani non pensando al futuro né al passato”, ha spiegato Sorrentino. “A voi ragazzi auguro di vivere il più possibile quei momenti in cui il presente accade e basta, in cui si è talmente vivi che così vivi non si può. Una sensazione di amore, un presente che non ti mette più contro ai legami che il futuro costruisce.”
L’esperienza dei protagonisti
Celeste Dalla Porta, che interpreta la giovane Parthenope, ha descritto la scena dell’abbraccio come un momento di “forte malinconia”, che a volte si prova nei momenti più belli. “Lì era un momento di amore, di libertà, di condivisione, come lo è un abbraccio, e percepire che in quell’abbraccio c’era anche una mancanza”, ha spiegato l’attrice. “Mi ha trasmesso la sensazione di cercarsi e cercare qualcosa insieme.”
Anche Dario Aita e Daniele Rienzo, gli altri due protagonisti della scena, hanno condiviso le loro esperienze sul set, sottolineando l’intensità emotiva del momento e il senso di libertà e di condivisione che hanno provato.
La poetica di Sorrentino: un film sul non conosciuto
Sorrentino ha anche parlato della sua poetica e del suo modo di fare cinema, affermando che “Faccio film su ciò che non conosco, su ciò di cui sono sprovveduto”.
“Io non conosco bene né Napoli né la donna”, ha confessato il regista, “e mi sono accorto di questo, pur avendo vissuto la maggior parte della mia vita a Napoli e pur avendo trascorso larga parte della mia vita a pensare alle donne. E quindi ho detto, perché non fare un film sulle donne, e su Napoli?”
Il regista ha anche rivelato che il suo obiettivo è sempre quello di “cercare di fare quello che non riuscirò mai a fare”, ovvero un capolavoro.
Il confronto con ‘È stata la mano di Dio’
Sorrentino ha anche confrontato ‘Parthenope’ con il suo precedente film ‘È stata la mano di Dio’, entrambi ambientati a Napoli. Il regista ha sottolineato una differenza sostanziale tra le due opere: “‘Parthenope’ racconta della mia vita sognata da giovane, mentre in ‘È stata la mano di Dio’ c’era la mia vita vissuta.”
Lo sguardo di Parthenope
Celeste Dalla Porta ha descritto lo sguardo del suo personaggio, Parthenope, come uno sguardo che “racconta come Parthenope guarda la sua città, che osserva e lascia andare”.
“È una sintesi del suo viaggio”, ha spiegato l’attrice, “il suo sguardo enigmatico è in profonda connessione con questo mare di Napoli.”
Un film che invita alla riflessione
‘Parthenope’ promette di essere un film ricco di emozioni e di riflessioni sulla giovinezza, sul presente e sul passato. Sorrentino, con la sua sensibilità e la sua maestria nel raccontare le storie umane, ci invita a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità della vita, sull’importanza di vivere il momento presente con intensità e di non dimenticare mai il potere dei ricordi.