Un viaggio nel movimento e nell’interiorità
La Biennale Danza di Venezia ha assegnato il Leone d’Oro alla carriera a Cristina Caprioli, coreografa italo-svedese, per la sua ultima creazione, “Deadlock”. Questo assolo di 50 minuti, interpretato da Louise Dahl, è un lavoro concettuale che sfida le leggi fisiche dell’equilibrio e si addentra in un viaggio profondo nel movimento e nell’interiorità.
L’opera si svolge in un contesto quasi distopico, in cui un sé più vicino all’umano si muove su schermi curvilinei, creando un contrasto tra un’androgina figura senza tempo e un alter ego umano, piccolo e risucchiato, proiettato sugli schermi.
“Deadlock” è un lavoro che viaggia su binari altissimi di ricerca del movimento, con sequenze vorticose che inseguono spinte opposte intorno al proprio asse, sfidando continuamente l’equilibrio. La danzatrice sembra muoversi liberamente, ma la pura improvvisazione è un’illusione, come sottolinea la coreografa: “Ogni gesto e dettagliatamente coreografato, ogni sequenza, ogni ordine di sequenza”.
Un’esplorazione di temi profondi
Il lavoro di Caprioli si basa su un’intensa ricerca dei micromovimenti, che danno vita a un passaggio unico e fluido. Il processo creativo è stato ispirato da esperienze personali, come la morte e le strade chiuse senza uscita, che hanno portato la coreografa a un movimento curvato che si piega su se stesso, ma che poi prende forza per tornare indietro.
“Deadlock” esplora l’eterno “spinning”, che catapulta in una turbina, in balia delle spinte opposte di forze centrifughe e centripete. “Sembra che da un momento all’altro si possa schizzare fuori, ovunque, ma lo spazio intorno è finito, chiuso, e dunque si ritorna su se stessi”, spiega Caprioli.
L’opera si caratterizza per il suo stile minimal, con colori non colori prevalenti, come bianco, nero e scale di grigi, e una “musica” che si traduce in un continuo rumore bianco. Anche il vuoto che si crea all’interno, intorno al proprio asse, alla fine si annulla.
Un’opera di grande impatto
“Deadlock” è un lavoro molto concettuale che ha riscosso un grande successo di pubblico alla Biennale Danza di Venezia. Il pubblico ha apprezzato l’intensità dell’interpretazione di Louise Dahl e la profondità del lavoro di Caprioli.
La coreografa presenta anche altre due creazioni alla Biennale: “Flat Haze”, una coreografia di 9 ore in continua trasformazione, diversa ogni ora, e “Silver”, una danza di corpi senza corpi.
Cristina Caprioli ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera il 21 luglio con una cerimonia in Ca’ Giustinian.
Un’analisi critica
“Deadlock” è un lavoro che si distingue per la sua originalità e la sua capacità di esplorare temi profondi attraverso il movimento. La coreografia di Caprioli è complessa e raffinata, e l’interpretazione di Louise Dahl è intensa e coinvolgente. Il lavoro è un’esplorazione del movimento e dell’interiorità, che si traduce in un’esperienza sensoriale unica per il pubblico.