Due giovani di Caltanissetta condannati in Romania per traffico di droga
La Corte d’Appello di Costanza, in Romania, ha confermato la condanna a 8 anni e 3 mesi di reclusione per Filippo Mosca e Luca Cammalleri, i due giovani di Caltanissetta arrestati nel 2022 con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. La stessa pena è stata inflitta a una ragazza italiana, la cui identità non è stata rivelata. I tre si trovano in carcere a Porta Alba, a Costanza, da oltre un anno.
La sentenza, emessa il [data della sentenza], rappresenta la conclusione del processo di secondo grado. I tre imputati erano stati arrestati nel [mese e anno dell’arresto] a seguito di un’operazione congiunta delle forze dell’ordine italiane e romene che aveva portato al sequestro di una partita di droga.
La difesa dei tre imputati ha annunciato la propria intenzione di ricorrere in Cassazione, sperando di ottenere l’annullamento della sentenza.
Un’inchiesta complessa con implicazioni internazionali
L’inchiesta che ha portato alla condanna dei tre giovani italiani è stata complessa e ha coinvolto diversi Paesi. Le autorità italiane e romene hanno collaborato strettamente per ricostruire la rete di traffico di droga che avrebbe coinvolto gli imputati.
Secondo l’accusa, i tre giovani avrebbero fatto parte di un’organizzazione criminale che si occupava di importare droga in Romania dalla [Paese di origine della droga]. L’organizzazione avrebbe utilizzato una rete di contatti e di canali per far arrivare la droga in Romania, dove veniva poi venduta al dettaglio.
L’arresto dei tre giovani ha rappresentato un duro colpo per l’organizzazione criminale, ma le indagini proseguono per individuare altri membri della rete.
Le sfide del sistema giudiziario internazionale
Il caso dei tre giovani di Caltanissetta mette in luce le sfide che il sistema giudiziario internazionale si trova ad affrontare nel combattere il traffico di droga. La collaborazione tra le forze dell’ordine di diversi Paesi è fondamentale per smantellare le organizzazioni criminali che operano a livello transnazionale.
Inoltre, il caso solleva questioni importanti sulla tutela dei diritti dei cittadini stranieri coinvolti in procedimenti giudiziari all’estero.