Il ritorno di un capolavoro
Dopo un viaggio di circa 400 anni, la “Maddalena” di Artemisia Gentileschi torna a Napoli, la città che ha ospitato la pittrice per oltre due decenni e dove l’opera stessa fu realizzata tra il 1630 e il 1635. Il dipinto, conservato per secoli da privati e negli ultimi cento anni nella collezione Sursock di Beirut, è stato gravemente danneggiato nell’esplosione del 4 agosto 2020. Grazie al restauro di Arthemisia, il capolavoro è tornato a risplendere, mostrando la maestria di Artemisia nel periodo napoletano: i toni di giallo oro cupo e blu oltremarino, il candore della camicia, la potenza del chiaroscuro. La santa, con il suo sguardo estatico, sembra dialogare con il divino, mentre i gioielli e il vaso degli unguenti alle sue spalle simbolizzano l’abbandono della vita terrena.
Artemisia e Napoli: un legame indissolubile
Il legame tra Artemisia Gentileschi e Napoli è stato profondo e duraturo. Dopo un decennio a Roma, la pittrice si trasferì a Napoli nel 1630, grazie ai rapporti con Fernando Afán de Rivera, Duca di Alcalá e Viceré di Napoli, che aveva acquistato tre suoi dipinti nel 1629. Il suo stile, influenzato da Caravaggio, affascinò i collezionisti napoletani. Artemisia arrivò in città con il fratello Francesco e la figlia Prudenzia, e intrattenne una fitta corrispondenza con committenti e mecenati, tra cui Cassiano dal Pozzo, il Duca di Modena Francesco I d’Este e Ferdinando II de’ Medici. Anche Galileo Galilei e il nobile messinese don Antonio Ruffo divennero suoi consiglieri e mediatori. A parte un breve periodo in Inghilterra (1638-1639), Artemisia non si allontanò mai da Napoli, dove produsse una grande quantità di opere, con l’aiuto di Francesco, che sostituì il marito Pierantonio nella gestione della bottega. Divenne la pittrice più celebre d’Europa, realizzando anche le uniche opere pubbliche della sua carriera per la Cattedrale di Pozzuoli. La sua tomba nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini è andata perduta negli anni ’50 del Novecento, quando l’edificio fu abbattuto.
Un’esposizione che celebra Artemisia e il suo legame con Napoli
L’esposizione della “Maddalena” al Complesso Monumentale di Santa Chiara, fino al 19 gennaio 2025, è un’occasione preziosa per ammirare il capolavoro restaurato e per approfondire il legame tra Artemisia e Napoli. L’evento è stato realizzato grazie al patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, con la collaborazione di diverse istituzioni, tra cui la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il Fec (Fondo Edifici di Culto), Agape e Arthemisia. La curatela scientifica è di Costantino d’Orazio e il catalogo è edito da Moebius. L’esposizione segna l’inizio di un nuovo progetto di iniziative nel sito, che culminerà con l’inaugurazione, nell’aprile 2025, di una grande mostra dedicata a Santa Chiara e a San Francesco, in occasione del Giubileo e dell’ottocentesimo anniversario del Cantico delle Creature.
Un ritorno significativo
Il ritorno della “Maddalena” di Artemisia Gentileschi a Napoli è un evento significativo per la città e per l’arte italiana. L’opera, restaurata dopo un periodo di grande difficoltà, rappresenta un importante tassello del percorso artistico della pittrice e un’occasione preziosa per approfondire la sua storia e il suo legame con la città partenopea. La mostra al Complesso Monumentale di Santa Chiara rappresenta un’iniziativa di grande valore culturale, che si inserisce in un progetto più ampio di valorizzazione del sito e di promozione di eventi artistici e culturali.