Proteste Violente e Coprifuoco in Bangladesh
Il Bangladesh è in stato di emergenza dopo giorni di proteste studentesche che hanno portato a un bilancio di 105 vittime. Le proteste, iniziate per la richiesta di maggiore sicurezza stradale, si sono trasformate in un’ondata di violenza che ha scosso il paese. L’ufficio della premier Sheikh Hasina ha annunciato l’imposizione del coprifuoco nazionale e il dispiegamento di forze militari per ristabilire l’ordine. “Il governo ha deciso di imporre il coprifuoco e di schierare l’esercito in aiuto delle autorità civili”, ha dichiarato il portavoce di Hasina, Nayeemul Islam Khan, all’agenzia di stampa AFP.
La Radice delle Proteste
Le proteste sono iniziate il 29 luglio dopo la morte di due studenti in un incidente stradale a Dhaka. Le richieste di maggiore sicurezza stradale si sono trasformate in un’ondata di rabbia generale contro il governo, con gli studenti che hanno denunciato la corruzione e la mancanza di responsabilità. Le proteste sono state caratterizzate da scontri violenti con la polizia, con l’uso di gas lacrimogeni e di proiettili di gomma da parte delle forze dell’ordine.
L’Intervento Militare
La decisione di imporre il coprifuoco e di schierare l’esercito rappresenta un’escalation significativa nella risposta del governo alle proteste. L’esercito è stato incaricato di aiutare le autorità civili a ripristinare l’ordine pubblico e a garantire la sicurezza dei cittadini. L’imposizione del coprifuoco limita la libertà di movimento della popolazione e rappresenta una misura drastica per contenere la violenza.
Un’Escalation Preoccupante
La decisione del governo di ricorrere all’esercito per sedare le proteste è un segnale preoccupante. La violenza che ha caratterizzato le proteste è innegabile, ma l’uso della forza militare potrebbe portare a ulteriori escalation e a una repressione più dura. È fondamentale che il governo adotti una strategia che privilegi il dialogo e la ricerca di soluzioni pacifiche per affrontare le richieste degli studenti e le cause profonde delle proteste.