La Cgil porta in Cassazione 4 milioni di firme per i referendum sul lavoro
La Cgil ha ufficialmente depositato alla Corte di Cassazione le firme raccolte per i quattro referendum sul lavoro e la sicurezza. La delegazione del sindacato, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, è arrivata davanti alla Cassazione con tre furgoni carichi di 1.036 scatoloni contenenti le firme, un milione per ogni quesito. Questa azione rappresenta un passo importante nella campagna promossa dalla Cgil per riformare il sistema del lavoro italiano.
Obiettivo: riformare il sistema del lavoro
I quattro referendum proposti dalla Cgil riguardano temi cruciali del mondo del lavoro e della sicurezza. Le domande che verranno sottoposte al voto popolare riguardano: la possibilità di reintrodurre l’obbligo di motivazione del licenziamento, la reintroduzione della responsabilità oggettiva del datore di lavoro in caso di infortunio sul lavoro, l’abolizione del Jobs Act e la reintroduzione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, e la reintroduzione dell’obbligo di tutela sindacale.
Un’azione di grande portata
La Cgil ha dimostrato una grande determinazione nel raccogliere le firme necessarie per avviare il processo referendario. L’organizzazione ha coinvolto migliaia di volontari in tutta Italia per raggiungere l’obiettivo di un milione di firme per ogni quesito. La consegna delle firme alla Cassazione rappresenta un momento cruciale di questa battaglia, che si preannuncia lunga e complessa.
Un’occasione di dibattito
La campagna referendaria promossa dalla Cgil offre un’importante occasione di dibattito pubblico sul futuro del lavoro in Italia. La proposta di riforma del sistema del lavoro è un tema delicato e complesso, che suscita opinioni contrastanti. È fondamentale che il dibattito si svolga in modo aperto e democratico, con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati.