La scure dei dazi si abbatte sulle e-car cinesi
La tensione tra l’Unione Europea e la Cina si inasprisce, con i Ventisette che si mostrano sempre più propensi a imporre dazi sui veicoli elettrici cinesi. Un primo voto, pur non vincolante, ha evidenziato una forte inclinazione verso l’introduzione di misure commerciali, con 12 governi a favore, 11 astenuti e solo 4 contrari. Il piano, annunciato due settimane fa dalla Commissione europea, mira a contrastare i maxi-sussidi considerati “sleali” da Pechino, e prevede dazi fino al 37,6% sulle importazioni di e-car cinesi. Questa misura, frutto di un’indagine avviata nell’ottobre 2023, ha già innescato tensioni tra Bruxelles e Pechino, dividendo l’Unione Europea.
Un quartetto di grandi a favore, la Germania isolata
Tra i Paesi che si sono dichiarati a favore del piano, spiccano i quattro più popolosi d’Europa dopo la Germania: Italia, Francia, Spagna e Polonia. Questo quartetto rappresenta oltre il 47% della popolazione comunitaria, e si aggiunge ad altri sei Paesi che hanno espresso il loro consenso. Anche la Grecia e la Repubblica Ceca, pur non partecipando al voto, sono state considerate a favore. Al contrario, la Germania, con la sua maggioranza tripartita in disaccordo sui dazi, si è astenuta, isolandosi rispetto alle altre grandi potenze europee. Il gruppo degli astenuti comprende anche Romania, Austria, Croazia, Estonia, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Svezia. Il fronte dei contrari è invece composto da Ungheria, Slovacchia, Malta e Cipro.
Un futuro incerto con l’ombra di Trump
Il voto, pur non vincolante, rappresenta un primo importante segnale dell’orientamento dell’Unione Europea. La decisione finale arriverà a novembre, dopo un periodo di negoziati complessi. L’esito del voto sarà influenzato da diversi fattori, tra cui le possibili ripercussioni da parte della Cina, che ha già minacciato di colpire le esportazioni di cognac francese e carne di maiale. Inoltre, la prospettiva di un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, con la sua politica protezionistica, potrebbe complicare ulteriormente la situazione. Il governo tedesco, con la sua posizione di isolamento, dovrà affrontare una sfida ardua per bloccare il piano di Bruxelles, dovendo ottenere una maggioranza qualificata di 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione.
Il futuro della guerra commerciale UE-Cina
La Commissione europea, per ora, si limita a “prendere nota” del voto e a proseguire con il suo esame. La decisione finale, che potrebbe rendere permanenti i dazi per un massimo di cinque anni, arriverà a novembre. L’esito di questa battaglia commerciale avrà un impatto significativo sulle relazioni tra l’Unione Europea e la Cina, e influenzerà il futuro del commercio globale. La sfida per l’Europa sarà quella di trovare un equilibrio tra la difesa dei propri interessi e la promozione di un sistema commerciale multilaterale basato su regole chiare e trasparenti.
Un futuro incerto
La situazione è complessa e il futuro delle relazioni commerciali tra l’UE e la Cina rimane incerto. L’introduzione di dazi potrebbe innescare una vera e propria guerra commerciale, con conseguenze imprevedibili per entrambe le parti. La Germania, con la sua posizione di isolamento, dovrà trovare un modo per influenzare la decisione finale, o rischia di vedere la sua influenza sull’Unione Europea diminuire. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe complicare ulteriormente la situazione, con la sua politica protezionistica che potrebbe spingere l’Europa a un’ulteriore escalation.