Assoluzione per Amara e i suoi collaboratori
Il giudice di Milano Mauro Gallina ha emesso un verdetto sorprendente nel processo che vedeva imputato Piero Amara, l’ex legale esterno di Eni, con l’accusa di aver calunniato l’ex consigliere del Csm Marco Mancinetti. La sentenza, pronunciata con la formula “perché il fatto non sussiste”, ha portato all’assoluzione di Amara e dei suoi coimputati, Giuseppe Calafiore e Fabrizio Centofanti. Questa sentenza rappresenta la prima per Amara nei vari processi in corso a Milano, tra cui quello sul cosiddetto “falso complotto” e un altro sulle presunte calunnie per le dichiarazioni rese sui verbali della “loggia Ungheria”.
La difesa di Amara, guidata dall’avvocato Salvino Modello, ha sostenuto che mancava il presupposto essenziale della calunnia, ovvero la falsa dichiarazione su un fatto che costituisce reato. Il legale ha argomentato che il fatto attribuito da Amara a Mancinetti, non costituiva reato per le leggi del tempo, in quanto non era “istigazione alla corruzione”. Inoltre, ha sottolineato che Amara non aveva la consapevolezza della falsità dell’accusa nei confronti di Mancinetti.
“E’ finito nel modo più corretto un processo che non avrebbe mai dovuto cominciare”, ha commentato l’avvocato Modello dopo il verdetto, aggiungendo che le motivazioni saranno depositate entro 15 giorni.
Il contesto della “Loggia Ungheria”
La vicenda giudiziaria di Piero Amara è legata alle sue dichiarazioni sulla cosiddetta “Loggia Ungheria”, un’organizzazione segreta che avrebbe operato all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). I verbali di Amara, resi tra il 2019 e il 2020, hanno tirato in ballo nomi di magistrati, forze dell’ordine, imprenditori e istituzioni, suscitando un’ondata di polemiche e indagini.
Il processo in questione, che si è concluso con l’assoluzione di Amara, era un filone autonomo del procedimento sugli ormai noti verbali. L’ex legale di Eni è stato accusato di aver calunniato Marco Mancinetti, ex consigliere del CSM, con le sue dichiarazioni sulla “Loggia Ungheria”.
Amara ha sostenuto di aver agito in buona fede, senza la consapevolezza di accusare falsamente Mancinetti di un reato. La sua difesa ha fatto leva sul fatto che il fatto attribuito a Mancinetti non era un reato per le leggi del tempo, e che quindi mancava il presupposto essenziale della calunnia.
Le implicazioni del verdetto
L’assoluzione di Amara, seppur in un filone autonomo del procedimento sulla “Loggia Ungheria”, potrebbe avere implicazioni importanti per gli altri processi in corso. La sua difesa ha sostenuto che le accuse di calunnia nei suoi confronti erano infondate, e che le sue dichiarazioni sulla “Loggia Ungheria” non erano false. Se questa linea difensiva dovesse essere confermata nei successivi processi, potrebbe portare a un ribaltamento delle accuse e a un’attenuazione del ruolo di Amara nella vicenda.
Inoltre, la sentenza potrebbe avere un impatto significativo sulla percezione pubblica della “Loggia Ungheria”. Se le accuse di Amara venissero considerate valide, si aprirebbe un dibattito sulla reale esistenza di questa organizzazione segreta e sul suo ruolo all’interno del CSM. La sentenza di assoluzione potrebbe contribuire a ridimensionare il peso delle accuse di Amara, ma è ancora presto per dire quali saranno le conseguenze a lungo termine di questo verdetto.
Considerazioni
La sentenza di assoluzione di Piero Amara dall’accusa di calunnia nei confronti di Marco Mancinetti, con la formula “perché il fatto non sussiste”, solleva diverse questioni. Il verdetto, seppur in un filone autonomo del procedimento sulla “Loggia Ungheria”, potrebbe avere un impatto significativo sugli altri processi in corso e sulla percezione pubblica della vicenda. La difesa di Amara ha sostenuto che le accuse di calunnia erano infondate e che le sue dichiarazioni non erano false. Se questa linea difensiva dovesse essere confermata, potrebbe portare a un ribaltamento delle accuse e a un’attenuazione del ruolo di Amara nella vicenda. Tuttavia, è importante ricordare che la sentenza di assoluzione non significa che le accuse di Amara siano veritiere. La questione della “Loggia Ungheria” rimane aperta, e si attendono ulteriori sviluppi nei processi in corso.