Turandot: una struttura metallica rossa e una fiaba cino-giapponese
Il 60° Macerata Opera Festival si apre con due nuove produzioni che promettono di rivisitare in chiave contemporanea due classici del repertorio operistico: Turandot di Puccini e Norma di Bellini. La prima, in scena il 19 luglio, è diretta da Paco Azorìn, che ha firmato oltre 300 spettacoli tra regie e scenografie. Azorìn ha scelto di ambientare la fiaba cino-giapponese di Carlo Gozzi in un contesto di lotta sociale, con una struttura metallica rossa di ispirazione cino-giapponese che divide il palco in due livelli: un’arrogante aristocrazia militare e una risaia di contadini sfruttati.
La protagonista, la gelida e crudele Turandot, interpretata da Olga Maslova, manda a morte tutti i pretendenti che non riescono a risolvere i suoi indovinelli. L’unica eccezione è il principe Calaf, interpretato da Angelo Villari, che si innamora di lei e riesce a superare la prova. Ma la vera protagonista, secondo Azorìn, è Liù, interpretata da Ruth Iniesta, che ama segretamente Calaf e si uccide per salvarlo. Liù diventa così l’erede di una tradizione lirica di donne pucciniane generose e sfortunate.
Il cast di Turandot include anche Antonio Di Matteo (Timur), Christian Collia (Altoum), Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang), Francesco Pittari (Pong). La direzione musicale è affidata a Francesco Ivan Ciampa, con il Coro Lirico Marchigiano ‘V. Bellini’ e i costumi di Ulises Mérida.
Norma: una desolazione astratta e metafisica
Il 20 luglio, invece, sarà la volta di Norma di Bellini, diretta da Maria Mauti, che con questa opera firma la sua prima regia lirica. Mauti ha scelto di ambientare la vicenda della sacerdotessa druidica Norma, interpretata da Marta Torbidoni, in uno spazio astratto e metafisico, dove una terra violentata dall’uomo prelude all’apocalisse. Il male di vivere della protagonista è quello della contemporaneità.
Norma è innamorata di Pollione, interpretato da Antonio Poli, un usurpatore romano che la tradisce con Adalgisa, interpretata da Roberta Mantegna. La gelosia e la rabbia di Norma la portano a provocare una guerra e a sacrificarsi alla fine.
Il cast di Norma include anche Riccardo Fassi (Oroveso), Carlotta Vichi (Clotilde), Paolo Antognetti (Flavio). La direzione musicale è affidata a Fabrizio Maria Carminati, con il Coro Bellini e i costumi di Nicoletta Ceccolini.
Una lettura contemporanea di due classici
La scelta di ambientare Turandot e Norma in contesti contemporanei, con una lettura che mette in luce le lotte sociali e le guerre totali, è un segno di come la musica e il teatro operistico siano in grado di parlare al pubblico di oggi. Le due regie promettono di essere un’esperienza coinvolgente e stimolante, che invita il pubblico a riflettere sul significato delle due opere e sulla loro attualità.