La decisione di un food critic
Dopo 12 anni di recensioni culinarie che hanno fatto venire l’acquolina in bocca a milioni di lettori, Pete Wells, il food critic del New York Times, ha annunciato la sua decisione di appendere forchetta e coltello al chiodo. La notizia ha scosso il mondo della ristorazione di New York, dove Wells era diventato una figura di spicco, capace di lanciare o affondare un ristorante con una sola recensione.
“Ne va della mia salute”, ha spiegato Wells, ammettendo che il suo lavoro, pur gratificante, ha avuto un impatto negativo sulla sua salute. La decisione è arrivata dopo una visita medica che ha coinciso con la visita al 70esimo di circa 140 ristoranti, in preparazione per l’uscita dell’edizione 2024 dei 100 migliori di New York. “Era una scommessa facile dire che non ero nella mia forma migliore”, ha scritto il 61enne food critic.
Un lavoro che “non è sano”
Wells ha ammesso che lamentarsi del lavoro che ha svolto per 12 anni è difficile da comprendere per chi non fa il suo mestiere: “Uscire con amici e famiglia sera dopo sera a mangiare assomiglia molto a quel che uno fa in vacanza. Io però non ce la faccio più”, ha spiegato, ammettendo che per lui le cose non si stavano mettendo bene.
“I termini pre-diabete, fegato grasso e sindrome metabolica aleggiavano attorno a me. Ero tecnicamente un obeso. D’accordo, non solo tecnicamente”, ha confessato. Il food critic ha citato un ex collega del Times, Adam Platt, che ha appeso coltello e forchetta al chiodo nel 2022 dopo 24 anni di recensioni: “Il nostro è il lavoro meno sano del mondo e ne sento ancora gli effetti”, ha confidato, evocando l’esercito di medici da cui è in cura per “malanni professionali” come la gotta, l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete.
Un mestiere pericoloso per la salute?
Secondo Wells, è uno dei tragici segreti del mestiere: il critico gastrinomico muore prematuramente. A.A. Gill del Sunday Times di Londra, ucciso dal cancro a 62 anni, Jonathan Gold del Los Angeles Times a 58 per un tumore al pancreas, sono solo alcuni esempi. Va meglio alle donne: Gael Greene, che aprì la strada a Platt al New York Times, è vissuta fino a 88 anni, mentre Mimi Sheraton è arrivata a 97 anni pur professando antipatia per ogni forma di esercizio fisico.
S. Irene Virbila, che per 20 anni ha mangiato al ristorante per il Los Angeles Times sei sere su sette, portava con sé un uomo incaricato di finire quanto lei aveva soltanto assaggiato: era soprannominato Aspirapolvere. “Il cibo al ristorante è troppo pesante. Per preparare quelle bombe di sapore ci devono essere molti ingredienti ricchi, più di quanto mettersti se cucinassi tu”, ha spiegato la critica. Dopo aver lasciato il posto, la Virbila ha perso dieci chili in due mesi senza neanche pensarci: oggi, a parte le medicine per il colesterolo, gode di buona salute.
Il peso del piacere
La decisione di Pete Wells solleva una riflessione importante sul costo del piacere. Il suo lavoro, pur gratificante e apparentemente “da sogno”, ha avuto un impatto significativo sulla sua salute. Questo ci ricorda che anche le professioni che appaiono glamour o divertenti possono avere un lato oscuro, e che la nostra salute deve essere sempre la priorità.